Il primo cambiamento (del Governo del cambiamento)
Per chi vivesse in una grotta in mezzo alle montagne (beati voi) e non lo sapesse ancora, l’Italia ha un governo nuovo nuovo, fresco fresco, appena sfornato e ancora con l’etichetta.
Un governo che si prefigge di attuare il “cambiamento”, ambizione che, ovviamente, si potrà giudicare solo tra qualche tempo.
Ma, a mio avviso, questo governo pur non ancora operativo, può vantarsi di aver messo in atto un enorme cambiamento.
E cioè, per la prima volta, abbiamo avuto una campagna elettorale che è stata combattuta a colpi di video su Facebook e cinguettii su Twitter.
I protagonisti principali dello scontro politico, Matteo Salvini e Luigi di Maio, non hanno esitato a rendere pubblico e incensurato il dibattito e hanno commentato minuto per minuto i loro sforzi sui social network, aggirando completamente i media tradizionali.
E come dargli torto?
Quando si hanno testate giornalistiche che sembrano fare a gara a chi spara il titolo più provocatorio, a chi mette la foto più imbarazzante e a chi riesce a decontestualizzare meglio una frase per darle il massimo impatto scandalistico, diventa imperativo farsi comunicazione da soli.
Se poi si aggiunge il fatto che tanti giornalisti, invece di fare i reporter, e quindi riportare fatti e situazioni, preferiscono fare gli opinionisti e mostrano di essere assolutamente di parte politicamente parlando, la necessità di potere aggirare una stampa inaffidabile si fa ancora più incombente.
Ed è esattamente quello che sta succedendo negli ultimi mesi.
Abbiamo visto un Trump scatenato su Twitter, usare la stessa piattaforma social che tanto lo detesta (Jack Dorsey, CEO di Twitter, non ha mai fatto segreto di essere convintamente anti-Trump) per parlare direttamente con i suoi elettori, senza i filtri imposti da quelle che lui chiama Fake News. Ironico, no?
E adesso vediamo la nuova generazione di politici Italiani, utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione da Internet per comunicare con il popolo in maniera libera e in tempo reale.
Questa secondo me è una grande rivoluzione.
Quando penso alle obbligazioni di tipo pubblicitario e politico che hanno i nostri giornali, non vedo come si possa negare il fatto che ottenere dell’informazione libera e obiettiva è diventata una rarità assoluta.
Ci provano i blogger e le testate di contro-informazione online, che dedicano tempo e fatica a creare contenuti interessantissimi che però sono difficili da esportare al grande pubblico.
Dei talk-show televisivi non ne parliamo neanche. Credo che molti saranno d’accordo con me sul fatto che il loro obiettivo principale sia quello di fare audience e di accontentare lo sponsor del momento, costi quel che costi…anche la credibilità e la coerenza vengono sacrificate se significa che si può attirare un pò più di pubblico.
Ma con questa campagna politica abbiamo visto che non abbiamo bisogno di affidarci ai giornali e alla televisione per ottenere un’informazione veritiera.
Vuoi sapere quello che dice Salvini? Vai a vedere direttamente la sua pagina Facebook.
Vuoi sapere cosa pensano i nuovi ministri su questa o quella questione? Niente paura…andate a vedere i loro tweet e avrete l’informazione direttamente dalla loro bocca.
Anzi, quando ci andrete riderete anche voi perchè vi renderete conto che la metà delle frasi riportate dai giornali sono assolutamente fuori contesto e travisate in ogni modo possibile.
E quando un giornale fa un errore o spara una cavolata? Si limita a mettere una piccola minuscola errata corrige che, credetemi, nessuno leggerà.
A mio avviso, siamo ufficialmente entrati nell’era in cui il giornalista, o meglio il reporter, diventa superfluo. La comunicazione ce la si puo’ fare da soli….basta uno smartphone.
Un bel cambiamento, non credete?
Vi lascio con una bella frase di Sant'Agostino che calza bene con questo post:
''La verità è come un leone. Non avrai bisogno di difenderla. Lasciala libera. Si difenderà da sola".
Grandissimo articolo @camomilla.
Affronta l'attualità, non ha paura di esprimere un opinione e pone domande ovvero tutto quello che un articolo o un giornalista dovrebbero fare.
Non amo queste campagne social ma come dici tu giustamente sono ormai necessarie.
Viviamo nell'epoca della post verità e dunque è sempre più importante basarsi su fatti e parole spogliate da interpretazioni.
Purtroppo l'informazione in Italia è pessima e al servizio dei potenti e del potere.
Ieri sentivo un Severgnini, considerato un gran giornalista e persona per bene, dire che il PD ha lasciato conti apposto, occupazione alle stelle e fiducia da parte del mondo e dei mercati.
Sosteneva inoltre che l'Italia è una potenza mondiale che può e deve farsi valere dall'alto del suo ottimo stato di salute economico e politico.
Ma dove vive?
Anche la Spagna ci ha superato e cresciamo meno di chiunque.
L'occupazione aumenta grazie ai contratti squallidi a prestazione e non grazie ad interventi strutturali che aumentano qualità della vita e altro.
Purtroppo i giornalisti di questo tipo, che si nascondono dietro una patina di pacatezza e intellettualità, non fanno altro che estremizzare il confronto rendendo palese un scontro fra chi vive nella realtà e chi no.
Se questo governo sarà o meno in grado di cambiare qualcosa vedremo ma adesso è tempo di parlare poco e osservare tanto per capire che direzione prenderemo.
Grazie mille caro Serial. Non sono mega fan dei social neanche io ma credo che siano uno strumento utilissimo e efficace per fare comunicazione senza dovere aspettare che qualcuno storpi le tue frasi e rigiri i significati dei tuoi discorsi come gli pare e piace. Spesso sento gente citarmi frasi dette da questo o da quello e rispondo "Ma tu l'hai ascoltata l'intervista? No? Ah ecco". L'informazione, oggigorno, è alla portata di tutti grazie a Internet. Non ci sono più scuse.
Approvo completamente quando da te riportato, ammetto candidamente la mia quasi totale competenza in termini di politica, ma i concetti che hai eccellentemente esposto tu sono di ordinaria amministrazione e facilmente fruibili, ed affermi con sacrosante parole il diritto ad una comunicazione ripulita da ogni inquinamento e contaminazione di qualsiasi fede politica, che grazie ai moderni sistemi di comunicazione alternativi è possibile attuare.
E' sempre un piacere leggerti, complimenti per l'ennesimo ottimo lavoro postato.
Grazie Mad per la lettura!
Molto bello il tuo articolo, molto interessante e prende argomenti che sono anche i miei.
Dividerei in due gli argomenti del tuo post: gli aspetti politici e gli aspetti legati all'informazione.
In entrambi i casi la mia visione è un po' più pessimistica della tua, diciamo che vedo più ostacoli e difficoltà di quello che (sembra) essere il tuo pensiero.
Sugli aspetti politici non mi va di affrontare il discorso, perché per la mia visione io non sarei in grado di immaginarmi (ad oggi) una reale possibilità di "cambiamento" politico senza un cambiamento culturale (difficile e ancora lontano nel realizzarsi).
Per gli aspetti legati all'informazione credo che ancora sia necessaria l'opera di giornalisti (professionisti) che riprendano in mano la loro professione (per ripensarla alla luce delle cose che giustamente dici nel tuo post). Questi non saranno più mediatori (nel passaggio di informazione, che può essere saltata dai nuovi strumenti di comunicazione), ma saranno narratori (culturali) del cambiamento in atto (per cambiamento intendo quello sociale e culturale, non il governo del cambiamento). C'è molto lavoro da fare per tutti coloro che, anche qui in steemit, vorrebbero fare i giornalisti, fuori da quei giornali e da quelle iniziative editoriali che sono al servizio di un interesse preciso (che non è quello della comunità, naturalmente). C'è molto da fare perché non si tratta solo di essere liberi ma di cambiare il format e il senso dell'attività giornalistica.
Grazie per il tuo post. 🙂👍
Grazie Anedo, i tuoi commenti sono sempre molto lucidi e sento che si potrebbe discutere per ore con te :)
Non fraintendermi...la figura del giornalista, nella teoria, è una figura che rispetto molto.
Purtroppo, per come vanno le cose, i giornali (almeno quelli mainstream) non li reputo più affidabili.
E' un peccato...ma la logica di mercato (e la voglia di fare propaganda) prevale sulla volontà di informare correttamente i lettori sui fatti.
Pero', secondo me, la buona notizia è che viviamo in un'epoca in cui, grazie a internet, se si è un po' curiosi e attenti, ci si puo' improcvisare giornalisti e non si ha bisogno di un tramite come succedeva fino a qualche anno fa.
Come dici tu, ci sono Steemit e altri mille canali in cui ci si puo' scambiare analisi e informazioni a volte molto più dettagliate e profonde che non quello che si troverebbe su un qualsiasi quotidiano.
Ormai chi cerca l'informazione, prima o poi la trova. E, secondo me, l'informazione è potere. Quindi credo che il cambiamento sia già qui ;)
Alcuni giornali sono già partiti con la campagna contro questo governo, e non ci sarebbe nulla di male. Peccato che gli stessi erano stirati con il renzismo, nonché a sperticare lodi a Cottarelli nei giorni passati. Quindi la loro credibilità è oramai ampiamente compromessa.
Solo che questo cambiamento self-made non so quanto possa essere favorevole. I giornalisti dovrebbero essere i cani da guardia della democrazia. Senza questa figura c'è il rischio di non venire a conoscenza di fatti che possono dare una idea concreta su una persona o su un gruppo dirigente.
Certo se i giornalisti non si fossero trasformati in pennivendoli con tanto di fake news conclamate, questo problema non si sarebbe mai posto.
E'verissimo quello che dici, i giornalisti dovrebbero essere i cani da guardia della democrazia. Bella definizione. Purtroppo pero' on è così...almeno se guardi i nostri quotidiani di sempre, quelli che la gente è abituata a leggere.
Pero' se guardi al di fuori puoi trovare una miriade di reporter indipendenti bravissimi, che non sono finanziati da nessuno e che anzi si prendono una bella dose di censura quotidiana in faccia. Loro, secondo me, sono i veri da guardia della democrazia....e vanno incoraggiati, seguiti, e supportati.
Grazie della lettura, mi fa sempre molto piacere!
Cara @camomilla,
anzitutto complimenti: complimenti per il tema trattato e per il garbo con cui lo hai fatto. E per come scrivi: scrivi bene.
Volevo risponderti in modo articolato, ma @anedo, ancora una volta (!), mi ha preceduto ed ha espresso compiutamente quello che avrei voluto dire. Sia per quanto riguarda il “cambio” politico, che in merito all'informazione e al ruolo dei giornalisti.
Perché, se è vero (verissimo!) che i giornalisti manipolano l’informazione, è altrettanto vero (verissimo!) che i politici pensano una cosa e ne dicono un’altra, alla ricerca del consenso, purché sia.
Interpretarli (in qualche caso, smascherarli) diventa indispensabile. Soprattutto per fornire maggiori strumenti di riflessione alle persone meno attrezzate culturalmente e dunque più fragili e facilmente manipolabili.
Grazie del tuo articolo. Ti seguo! 😉
Grazie mille Marco, mi fa veramente piacere che tu sia passato di qui :)
Anedo è sempre sul pesso con analisi interessantissime ;)
E hai completamente ragione...la comunicazione è un'arte molto sottile e molto potente...è facile farsi trarre in inganno da qualche bella parola, sia da una parte che da un'altra.
Per quello preferisco guardare direttamente ai fatti, perchè lì di solito vengono a galla le verità. Per fortuna, viviamo in un momento storico in cui abbiamo facile accesso a tutta una serie di informazioni e, con discernimento e curiosità, possiamo veramente farci un'idea di quello che succede senza dover contare su qualcuno che ce la racconti.
Grazie ancora e a presto!
😉
Fa parte del cambiamento in atto. Dovremmo avere una democrazia meno rappresentativa e più diretta. Quando avremo una democrazia diretta in cui il popolo avrà veramente voce in capitolo, internet sarà uno strumento imprescindibile, non solo per ascoltare cosa hanno da dire i politici, ma anche e sopratutto far sentire la nostra voce
Grazie @camomilla riprendo St Agostino nel post che sto per scrivere
Mi piace un monte
Ottimo post @camomilla i miei complimenti.