Sono d’accordo con te, escludere gli atleti per motivi politici non ha senso.

Se pensiamo che nel mondo ci sono attualmente oltre 50 guerre in corso, allora quanti sportivi rimarrebbero per gareggiare?
Magari mi sbaglio ma rischieremmo di avere una lista infinita di esclusioni!

Lo sport dovrebbe avere lo scopo di andare al di là della politica, ed essere un punto di riferimento che unisce e non fa discriminazioni.

Non è un argomento semplice, perché se mi metto nei panni di chi ha subito l'invasione del proprio paese, immagino l'amarezza a ritrovarsi magari a gareggiare con un atleta del paese "nemico".

Però è anche vero, che potrebbe trasformarsi in un'occasione per dimostrare alla politica, che anche nei momenti più difficili, i popoli possono superare le barriere della guerra e aprire nuovi spazi di dialogo.

In un mondo che oggi sembra sempre più diviso, forse proprio gli atleti potrebbero darci una lezione di coraggio e di unità. 🕊️🤝

#diginnasio

I agree with you, excluding athletes for political reasons makes no sense.
If we think that there are currently over 50 wars going on in the world, then how many athletes would be left to compete?
Maybe I am wrong but we would risk having an endless list of exclusions!
Sport should aim to go beyond politics, and be a point of reference that unites and does not discriminate.
It is not an easy topic, because if I put myself in the shoes of those who have suffered the invasion of their country, I can imagine the bitterness of perhaps finding themselves competing with an athlete from the ‘enemy’ country.
It is also true, however, that it could turn into an opportunity to show politics that even in the most difficult times, peoples can overcome the barriers of war and open up new spaces for dialogue.
In a world that today seems increasingly divided, perhaps the athletes themselves could give us a lesson in courage and unity.