Road To Bosnia #4: Il capitolo più difficile.

in #travel7 years ago (edited)

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Banja Luka

“Strade? Dove stiamo andando non abbiamo bisogno di strade.”

Polvere alle nostre spalle e la nostra roboante Delorean ci spinge nel nostro viaggio nel tempo. “Hey Doc! Dove siamo diretti?” “Il punto non è il dove, ma il quando!”. Ed eccoci qua negli anni Ottanta. Una città in piena esplosione economica. Ma ancora questo non lo sappiamo. Quello che appare evidente nelle città Bosniache è che hanno sofferto, e le loro ferite cicatrizzate fanno bella mostra sui palazzi della città. Banja Luka non è una città bella ad una prima occhiata, ma è la vita che si respira sin dal primo incontro a catturarti. Io sono ancora titubante. L’idea di passare qualche giorno in un posto così profondamente segnato dai conflitti non mi esalta molto. Come al solito mi sbaglio di grosso, e per fortuna i viaggi sono proprio lì per farti ricredere, e gli amici per accompagnarti nella scoperta.
Quello che noti? I fori! Tanti fori. E le case abbandonate. E la prima domanda che ti fai? Ma come diavolo fanno a vivere ancora in questo posto? Quanto mi sembrano lontane queste domande. Eppure erano proprio lì, mentre guidavo, e continuavano a rimbombarmi nella testa.

“Svoltate a SUD-EST, poi la vostra destinazione si troverà sulla sinistra!”

The Bourne Identity

Maps ci dà il suo placet. Siamo ufficialmente arrivati. Ora non voglio accendere la macchina per almeno qualche giorno. Ci viene incontro Milos con un sorriso coinvolgente, provo a chiacchierarci un po’, non è affatto difficile. Sembra non cercare altro. Il suo amico è un pochino più restio, ma lui è una valanga. Proprio sul più bello sento la voce di Beibb che rompe il ghiaccio dopo l’iniziale silenzio imbarazzato a causa della barriera linguistica. Esordisce chiedendo:

“ Ma della guerra che c’è stata, cosa ne pensi? “

BOOM!

IL GELO. Gli uccelli si ammutoliscono, i bambini in strada smettono di giocare, un silenzio innaturale ci avvolge e a me si ferma il cuore per un attimo che sembra interminabile. L’amico di Milos si oscura più di quanto già non fosse e si irrigidisce come pronto a scattare. Milos invece sgrana gli occhi, si guarda alle spalle come a vedere se qualcuno lo stava osservando, fa leva con le mani sui braccioli della sedia per alzarsi e poi sparisce nel retrobottega. “Ok, siamo fottuti”, continuo a urlarmi nella testa, “Ora torna con un fucile e ci fa fuori entrambi”. Vedo Beibb che si gira verso di me con un’espressione del tipo: “Forse ho fatto la domanda sbagliata?”. Ma è evidentemente una domanda retorica. La situazione si fa pesante. Milos non torna. “ Ricordati cosa farebbe Bourne in una situazione come questa. Rimani lucido! Cerca vie di fuga e preparati al peggio!”. Mi guardo intorno proprio come mi ha suggerito la voce nella mia testa. Il giardinetto nel quale stiamo prendendo il caffè ha un piccolo cancello di ingresso. La siepe tutt’attorno è troppo alta per saltarla, dovremo passare da lì. Ma poi una volta fuori la strada è lunga e completamente libera per qualche decina di metri, niente che possa essere usato per nascondersi. Il poligono perfetto per un tiratore. Forse potrei farmi scudo con quei…

“TROVATO!”

E’ la voce di Milos che sorridente ricompare dal retrobottega con un foglio di carta e una penna! L’adrenalina in circolo si riassorbe, lasciandomi un senso estremo di spossatezza unita all’imbarazzo per la mia stupidità.

“E’ una storia lunga e intricata, avevo bisogno di qualcosa su cui scrivere per potervela raccontare!”

Da quel momento il tempo non solo riprende il suo normale corso ma comincia a volare, nella mia mente si affastellano i ricordi di quando ero bambino, le informazioni che arrivavano. I telegiornali. Quella che Milos pone Blu su Bianco è un’altra storia. Lui è Serbo. Sicuramente la sua visione è condizionata, ma del resto quale non lo è. Di sicuro non lo è più della mia. E poi nei suoi occhi si legge così chiaramente il desiderio di lasciare tutta quella brutta storia ai racconti. Lui è nato subito dopo la fine di quella guerra. Lui non ha mai fatto del male a nessuno. È vissuto in pace. Parla con schiettezza dei problemi del suo paese e delle controsensi che caratterizzano gli atteggiamenti di alcuni suoi concittadini. Di una cosa è certo. È stanco di passare agli occhi del mondo come IL CATTIVO. Lui vuole visitarlo il mondo. E vorrebbe che le sue origini, quando si presenta, non faccessero pensare a qualcosa di orrendo, ma alla storia del suo paese, alla sua bellezza e alla sua cultura.

Il suo racconto diventa una “descentio ad inferos”, completa di una vera e propria catarsi. Ma nelle sue parole si sente la fierezza di chi non è la prima volta che percorre quella strada. Ormai la conosce bene. Ed è estremamente fiero di averne trovato la via di uscita e di potercela indicare.
Forse terrò per me i suoi racconti. Le vicende che gli fecero brillare gli occhi, e quelle che glieli fecero lacrimare. Ho pensato tanto a come scrivere questo pezzo. Era quello più importante del viaggio. Uno degli incontri che più ci hanno avvicinato alla gente. Un po’ come il blocco dello scrittore, mi ha fermato per tanto, ma poi ho preferito buttarlo giù, per andare avanti. Forse un giorno lo scriverò di nuovo, forse questa sarà solo una bozza. Chissà. Ma il cambiamento che quell’incontro ha portato dentro di me, è valso da solo tutto il viaggio. Quindi come sempre accade nei momenti importanti, ci saranno mille versioni introspettive di uno stesso momento. Tante quante le persone che lo hanno vissuto. Ecco, di questo le mille versioni coesistono anche in una sola persona, e magari un giorno troverò il modo per raccontarle tutte!

Se avete voglia di dare un’occhiata alle tappe precedenti vi lascio i link:
Road To Bosnia #0
Road To Bosnia #1 - Trieste - [ITA-ENG]
Road To Bosnia #2 - no Frontiers, no Countries - [ITA/ENG]
Road to Bosnia #3 [ITA-ENG]

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Fantastico come riesci a costruire un'intera situazione, sembrava fossi lì con voi, in silenzio a spiare da dietro le grandi siepi. Complimenti.

Grazie, sono contento ti sia piaciuto!

Buon anno abramjs!

Buon anno anche a Te Boss!

😉
...davvero un bel post!