Testamenti: un elogio a Fabrizio De Andrè [ITA]
L'anziano signore giaceva stanco, sprofondato nella sua poltrona preferita. Il piccolo monolocale nel quale abitava era confortevole e pieno di foto sulle pareti, foto della sua giovinezza, dei suoi amori passati, dei suoi parenti, dei suoi figli.
Era solo. Non faceva freddo ma la sua mano tremava, mentre tirava su la coperta logora ed impolverata che aveva sulle ginocchia, portandosela fino al volto rugoso. Borbottava tra se e se.
"Non penso di essere stata una persona cattiva... ho aiutato sempre il prossimo con un sorriso. Non ho mai chiesto nulla in cambio... perché non avevo bisogno di nulla. Avevo una famiglia, dei figli degli amici. Ho avuto tutto dalla vita, e volevo che anche gli altri avessero un pizzico della mia felicità."
Sospirò profondamente, un sospiro tremolante.
"Ma ora è tardi, e non ho più molto tempo. Lo sento nelle ossa e nel mio respiro affannato... e sono solo come un cane. Mia moglie, il mio unico grande amore, è andata via prima di me. I miei figli sono cresciuti e non hanno tempo da passare con il loro papà. Gli amici sono scomparsi, alcuni per sempre, altri chissà dove. Vorrei un po' di compagnia... ma non ho più nessuno. E non so se qualcuno verrebbe comunque. Sono solo, solo come un cane."
Il signore prese stancamente un foglio ed una penna dal cassetto e cominciò a scrivere. Il suo incedere è incerto, la sua mano debole. Ma riesce a scrivere e a firmare il foglio... un attimo prima di versare l'ultima lacrima amara.
Quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà
Un signore sulla sessantina, seduto sul letto di una camera sfarzosa, scambia sorrisi sardonici e deboli strette di mano con amici e parenti venuti a trovarlo da lontano.
"Mi piace avere le vostre attenzioni" pensava. "Significa che sono arrivato ad essere la persona che ho sempre desiderato: una persona importante. Famosa. Essenziale".
Dopo una mezz'oretta e decine di convenevoli, gli ospiti vennero cacciati in malo modo da un paio di guardie del corpo in abito nero e auricolari. Dopodiché l'uomo mandò via anche loro dalla stanza, con un gesto debole ma imperioso della mano.
"Ipocriti" sussurrò tra se e se. "So benissimo che siete tutti qui per il mio denaro. Improvvisamente si son fatti rivedere parenti ed amici da ogni angolo del globo. Tutti vogliono un pezzo di me, perché io ho tutto quello che un uomo potrebbe desiderare: una villa lussuosa al mare, un garage pieno di auto d'epoca... fama e successo. Che mi sono guadagnato. Ecco cosa mi differenzia dagli altri: ho sudato per avere quello che ho. E gli altri avranno ciò che si meritano, parola di..."
Il signore si tenne il petto, con una smorfia orribile sul viso. Cominciò a tossire ininterrottamente per un lungo minuto, tenendo un fazzoletto bianco sulla bocca che si tinse di cremisi. Ripose il fazzoletto nella vestaglia e le sue labbra si piegarono in un sogghigno sofferto. Prese dal comodino una penna dorata ed un foglio filigranato, recante il simbolo di una famiglia famosa. Scrisse, con scrittura sicura, ridendo e tossendo come posseduto. Scrisse sul foglio macchiato di sangue fino a quando, con un'ultima espressione soddisfatta, non lasciò cadere il braccio da un lato del letto, ciondolante, la penna ancora serrata tra le dita.
Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già
"Oggi fa davvero freddo Bastardino, non trovi?"
Il vagabondo era sdraiato a terra su dei fogli di cartone. Indossava vestiti sporchi e rotti e parlava con il suo cagnolino, che tremava accanto a lui. L'uomo, sulla quarantina, spostò alcuni fogli di giornale e qualche straccio per coprire il suo amico dalla morsa del freddo.
"Sì. Fa proprio freddo. Mi spiace. Cerchiamo di farci compagnia: è tutta una questione di fantasia sai. In questo momento potremmo essere in una grande casa, di fronte ad un camino scoppiettante. Io indosserei una vestaglia di seta rossa, tu potresti riposare in una cuccia foderata di pelliccia. Anzi: dormiresti in letto con me. Se fossi ricco lo farei. Non ti lascerei mai solo in mezzo ad una strada. Senza una speranza, senza un soldo... non ti lascerei mai vivere una vita come la mia."
L'uomo strinse il cagnolino a se. La notte era buia ma serena. L'unico rumore nel viottolo era il battere dei denti del clochard, un triste tip tap, di fronte ad un silenzioso pubblico non pagante di ammiccanti stelle.
"...hai freddo, lo so. Mi spiace. Nella nostra casa avremmo un giardino gigantesco. Potrai correre e potrai scavare dove vuoi. So quanto ti piace nascondere le ossa dopo averle sgranocchiate. Ma non avrai più ossa! Solo cibo di prima qualità. Filetto, agnello, pollo ai ferri... giocheremo insieme nella nostra villa a cinque piani. Anzi, sei piani. Prenderò una cagnolina, Bastardino, per tenerti compagnia. Non litigherete vero? Vi vorrete bene per sempre... sarai felice. Non potrei mai lasciarti solo... non sarebbe giusto... ma alla fine... è solo una questione... di fantasia"
Il cucciolo guaì. Leccò il naso dell'uomo, che ricambiò dandogli un bacio sulla fronte.
L'uomo chiuse lentamente gli occhi, sorridendo.
"Non ti lascerò solo. Anche se oggi... fa più freddo. Mi spiace... fa davvero freddo... Bastardino... non... trovi..?"
Nel viottolo, si fece silenzio.
Quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà
Cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro giù sulla terra
amammo in cento l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli.
NOTA: tutte le citazioni sono tratte da "Il testamento" di Fabrizio De Andrè, il resto è farina del mio sacco rielaborata da un'idea creativa avuta anni fa. Spero di non fare un torto a nessuno inserendo un link alla canzone originale.
Grande!bel post! De Andrè è il migliore!
Quoto 😉
Faber, dire che lo adoro è dir troppo poco..inarrivabile. Complimenti per questo post.
Grazie Nicola! Mio padre mi ha fatto conoscere Faber e penso che alcuni suoi lavori siano tuttora imbattuti... non che ci voglia molto, vista la concorrenza dei nostri cantautori contemporanei.
Bello, grazie di aver citato uno dei più grandi.
Grazie a te @pataxis, De André meriterebbe molto di più, nel mio piccolo è il massimo che possa fare!
Post stupendo, scrivi benissimo. Davvero complimenti!!!! :)
Mah diciamo che ci provo 😀 grazie @viki.veg!
Provaci più spesso allora :D
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