Cyberfantasie alla MTreasuresCorp #1

in #mtreasurescorp5 years ago

Questo testo è di pura fantasia, i fatti citati sotto non fanno riferimento a persone o cose.

L’assunzione

Era l’anno 2567 sulla terra erano rimasti in pochissimi umani, vista l’infinita lotta per risorse e potere. Sono un cacciatore di tesori mi chiamano Vinz (anche se un po lo odio), lavoro per un’agenzia chiamata MTreasuresCorp, questi mi mandano di tanto in tanto in giro per motivi più svariati. Inizialmente mi commissionavano dei lavori piuttosto pesanti per cui mi recavo giornalmente con il mio metal detector a cercare tesori in campi dedicati a maggese. Il ricavato delle mie ricerche doveva interamente essere consegnato all’agenzia, in quanto semplice dipendente (anche se percepivo uno stipendio doveroso). Trovavo per lo più oggetti di poco valore, monetine (pochissime rare), tappi di boglie, chiavette usb (con vecchi documenti), ogni tanto qualche laser della 5 guerra mondiale. Feci la scansione di molti campi per circa 2 anni anche se sinceramente dopo un po mi sentivo preso in giro, in quanto all’agenzia venivo trattato come un “pivellino” probabilmente per fare uscire il meglio di me (problema è che io l’ho sempre saputo). Il mio capo era una bellissima donna (quante fantasie su di lei), girava scortata da 4 o 5 tipi tosti uno lavorava in incognito probabilmente per la CIA e l’altro sicuramente per la pubblicità dell’agenzia. Fatto sta che dopo un po vista la mia perfetta intenzione di tirare via le tende mi proposero di lavorare presso il gruppo più promettente dell’agenzia. Era finalmente arrivato l’incarico definitivo.

I cacciatori di teste

Il gruppo capitanato da Mike (aspetto americano) chiamato per lo più Merdomen, per via dei bidoni/pacchi tirati ai colleghi in precedenza, voleva finalmente conquistare la fiducia dei vertici che lui era il migliore di tutti, così pensò bene di formare il team ufficiale europeo di cacciatori di teste commissionate dalle varie agenzie di lavoro. A me inizialmente non affidarono il lavoro che mi era stato presentato, solito metal detector ma questa volta il modello Metal x10F Pro faceva la differenza: durante il primo mese di lavoro trovai subito un lingotto d’oro, un mitra e una cassa di fucili a pompa. Quando andai per consegnare il ricavato all’agenzia questi mi dissero che potevo tenere tutto per me, probabilmente a causa del mio aspetto da barbone (non avendo non potendo). Un bel giorno rientrato di fretta all’agenzia per la consegna del materiale, Mike con l’aria seria mi chiese:
“Hey Vinz, ti va di fare sul serio ?”
vista la mia tenera età risposi:
“Certo Mike”
La proposta era allettante si trattava di trasferirmi per un periodo limitato presso un insolito prefabbricato (sbarre alle finestre arrugginite e rotte in più punti, probabilmente per evitare suicidi), li producevano piastrine in oro per militari (con display e chip vari di monitoraggio). La baracca capitanata da una certa Flea (di cui mi sono quasi innamorato) aspetto mingherlino, voce soave sempre indaffarata e vestita per lo più di bianco e dal profumo di lillà. Il mio compito principale era trovare un tesoro tra di loro, ossia un talento ancora non espresso oppure espresso ma poco sfruttato nel loro ambito. Flea con me era molto gentile il suo ufficio odorava di legno di noce non ho mai capito il motivo. Mi cercava di continuo anche se io non volevo, quando vidi quei documenti così rari del 1800 rimasi a bocca aperta e la implorai al fine di ottenerne altri (troppo rari per ottenerne l’accesso). Questi oltre ad essere scritti minuziosamente e senza errori grammaticali contenevano le istruzioni per costruire le targhe fisse nei carretti trainati dai cavalli nel 1800. Flea mi racconto che quei documenti erano stati scritti da suo nonno e successivamente furono utilizzati come fonte di ispirazione per la produzione di piastrine super moderne. Ero proprio esaltato, studiai quei documenti benissimo ma più che altro amavo stare a contatto con Flea e lei con me. Dopo qualche tempo mi ero finalmente ambientato nello stabilimento ed eravamo felici e sempre circondati da fantastici vetri lucidi ben puliti e profumati da potersi specchiare (un po come nelle favole). Nel mio ufficio eravamo parecchi, quello di fronte a me Ligu (il mio preferito) si occupava di trascrivere manualmente i prezzi per gli scatoloni delle targhette, non lo faceva con le moderne stampanti perchè i clienti avevano dei gusti retrò. Ligu aveva il talento innato di parlare ininterrottamente, con dei racconti così dolci e soavi da farne quasi una melodia da ascoltare all’infinito. Io amavo ascoltarlo soprattutto nelle giornate d’estate in cui l’ebbrezza marina ti solletica la pelle. Non avevo ancora segnalato Ligu al mio capo perché volevo scoprire sempre di più in quanto assetato di conoscenza e di gente amorevole.

CONTINUA...

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