Storia di un accendino. Parte 1

in #ita7 years ago

Salve a tutti ragazzi, oggi voglio rendervi partecipe di un piccolo racconto che ho scritto qualche anno fa. Si inspira alla vita amara che ogni accendino vive nel corso del suo tempo. Questa è l'avventura che ha vissuto il mio:

Storia di un accendino. Parte 1

Mare

Mi chiamo Bic e sono un accendino. La vita può essere una cosa meravigliosa, ma a volte molto dura, dipende da come sei alla nascita, cosa riesci a fare tu per far accadere certe cose anziché altre e altre volte la tua vita dipende dalle vite, o non vite, degli altri. Insomma sono io contro gli altri e me stesso e bisogna lottare per ottenere certe cose. Oggi finalmente mi hanno montato e sono pieno di gas che mi fa sentire leggerissimo, durante il viaggio dalla clampatrice all'inscatolatore sono riuscito a vedermi su una lamina di metallo molto lucida: sono di un bellissimo celeste sgargiante, vorrei dirvi che ce ne sono pochi come me, ma questo mese, a guardarmi intono, hanno deciso che questo colore debba dominare sugli altri. Non è solo perché sono di questo colore che vi dico che mi piace tantissimo, un vecchio accendino riciclato che ho incontrato prima mi ha detto che il mio è il colore del mare e del cielo, e anche se io non li ho mai visti credo che siano delle cose meravigliose perché il mio amico riciclato dopo averli nominati ha lasciato andare la sua ultima molecola di gas e ha smesso di parlare. Se usi la tua ultima molecola di gas per dire una cosa del genere credo che sia una cosa molto importante, o no?

Immagine CC0 creative commons

Dopo avermi chiuso in una scatola sono tornato finalmente libero, non ho la minima idea di quanto tempo sia passato da quando sono uscito dalla fabbrica. Non mi lamento, c’è chi dice in giro che a volte nasci e muori nella scatola nella quale vieni messo, io sono fortunato. Sono in un negozio, credo che lo chiamino Tabacchino. Il posto mi piace, c’è tanta luce, e sono attorniato da caramelle coloratissime. Purtroppo non riesco a sentire cosa dicono perché sono tutte imbustate in pellicole di plastica trasparente che ci impediscono di comunicare. Chissà quali storie fantastiche nascondono dietro quei colori e quelle forme bizzarre, io sono azzurro, ma loro invece sono di tutti i colori, tutte diverse e a quanto sembra piacciono molto agli umani che ne prendono a 10 a 10 e le mettono nelle loro tasche… Le invidio un po’, cosa mi manca che loro non hanno? Sono coloratissime, e vanno letteralmente a ruba tutte insieme. Io invece resto qui insieme ai miei fratelli tutti uguali e solo ogni tanto uno di noi viene scelto e portato via. Quanto mi piacerebbe essere messo nella tasca di un umano, non so cosa potrebbe accadere, ma so che restare qui accanto a tutti questi accendini che si chiamano come me, che hanno lo stesso mio colore, la stessa mia dimensione, lo stesso contenitore, lo stesso odore, no, questo non mi piace affatto. Mi rende triste, a volte mi sento veramente scarico anche se ancora non sono mai stato utilizzato. L’unica cosa che mi manda avanti è la consapevolezza di non essere come loro. Io sono nella terza fila al 5° posto. Questo per me significa tanto. Non sono come chi mi è affianco altrimenti sarei al suo posto e finalmente scoprirei cosa c’è dietro la vetrina esterna. Invece io sono lì, terza fila 5° posto e solo io vedo da questa prospettiva, probabilmente non scoprirò mai cosa c’è dietro quella dannatissima vetrina. Ma questo credo che mi dia più gioia di saperlo.

Fine prima parte.

Spero che l'inizio di questa avventura vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate con i commenti.

A domani per la continuazione :)

Sort:  

Non vedo l'ora di leggere la seconda parte.

quando posterete il continuare?

Bel racconto :-)
Attenzione: Ricordati sempre di citare la fonte delle immagini che usi nei tuoi post se vuoi partecipare al podio. 😊
Ti invito a leggere qui :https://steemit.com/ita/@heidi71/risorse-grafiche-ed-immagini-utilizzabili-liberamente