Stili Bonsai – Sokan, Kabudachi, Sankan
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Stile a doppio tronco
Sokan
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Questo stile è l’unico che permette un numero pari di piante presenti nello stesso vaso. Si basa essenzialmente su un comportamento naturale molto frequente che possiamo osservare per esempio con querce, faggi, carpini, frassini e tigli che hanno in genere la tendenza a produrre numerosi polloni dal ceppo alla base del tronco. In questo modo si può creare naturalmente una seconda pianta “figlia” direttamente accanto alla principale “padre”. Le piante condivideranno solitamente le stesse radici ed i due tronchi si differenzieranno sia come lunghezza che spessore, inoltre mentre la pianta “padre” si svilupperà solitamente sempre in modo eretto, la “figlia” potrà anche essere inclinata, soprattutto nel qual caso questa abbia avuto origine direttamente dalla base del tronco della principale. Nell’esempio riportato nel disegno sovrastante sono invece raffigurate due piante erette affiancate, dove la “figlia” in un contesto naturale potrebbe essere nata da una germinazione su una radice principale disposta al livello del suolo.
Stile a ceppaia
Kabudachi
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Questo stile rappresenta una variante dello stile Sokan in cui diversi tronchi dipartono dallo stesso ceppo iniziale in un numero imprecisato, ma solitamente sempre dispari. I fusti hanno origine dallo stesso ceppo centrale e si sviluppano solitamente a ventaglio mantenendo al centro il tronco più grosso che andrà a formare l’apice della pianta. Questo stile avrà bisogno di molte attenzioni da parte del bonsaista soprattutto per gli interventi di potatura sulla vegetazione di diverse piante molto ravvicinate tra loro.
Stile a tronco multiplo
Sankan
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Ennesima variante dello stile a doppio tronco, lo stile Sankan prevede la presenza di tre tronchi al posto di due. I fusti dipartiranno dallo stesso ceppo principale e condivideranno le stesse radici, anche in questo caso le tre piante (ognuna con la propria ramificazione e vegetazione) dovranno essere immediatamente distinguibili per misura: pianta “padre” sarà quella di dimensioni maggiori, pianta “figlia” quella di dimensioni minori, e “madre” quella di dimensioni intermedie. Da qui la bravura del bonsaista a mantenere questa differenziazione in modo corretto anche con il passare degli anni.
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Fonti: www.bonsaiempire.it, Bonsai stili legature e potature, appunti personali
Ancora uno splendido contributo ad arricchire la tua serie dedicata ai bonsai.
Bravo @tamon!
Grazie mille come sempre!
Di solito mi limito ad ammirare i Bonsai e la loro bellezza senza tempo, tuttavia questi post, tecnici ma semplici e adatti ai "non addetti", mi fanno apprezzare ancora di più le gioie di un'arte complessa in cui la vista è solo il primo ed il più superficiale dei sensi che ne può godere.
È proprio quello che cerco di fare con i miei post, mi considero solo uno studente in termini bonsaistici e voglio provare a condividere i miei studi e appunti in modo semplice... non per diventare i migliori bonsaisti al mondo ma per avvicinarsi a quest’arte molto affascinante che può essere alla portata di tutti con tante sfide, scoperte e soddisfazioni!
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