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in #ita5 years ago

Introduzione


In passato ho proposto alcuni contenuti relativi a viaggi in giro per il mondo che ho intrapreso e viaggi invece che desidererei moltissimo fare durante la mia vita di girovago.
Mi ritrovo quasi quotidianamente a viaggiare per lavoro sul territorio italiano, ma ovviamente non disdegno qualche gita fuoriporta con fidanzata ed amici.
Quando mi si offre la possibilità mi piace tantissimo anche fare esperienze al di fuori dei confini italici, sia chiaro!
Saper prenotare in anticipo ed avere un occhio sempre puntato sui siti di viaggi low cost è un'arte. Ho già scritto qualcosa in merito a ciò, in un post nella mia rubrica Road to Summer, per quanto riguarda le vacanze estive.

Il post di oggi però ha come tema principale non tanto in viaggio in sé per sé, come spostamento: cercherò di "scrivere" del Viaggio inteso come un iter più mentale che pratico.

PERCHE' VIAGGIAMO?

Ho iniziato a riflettere su questa sfaccettatura della parola viaggio, in seguito ad una mia volontà di capire quale sia quella forza che spinge da sempre l'uomo a muoversi.

Per trovare la risposta a questi interrogativi dobbiamo per prima cosa far riferimento a quei viaggi con la V maiuscola: la scoperta del Nuovo Continente da parte di Cristoforo Colombo, il viaggio in Asia di Marco Polo, narrato nel suo famosissimo libro Il Milione e la circumnavigazione del Globo di Magellano.

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CC0 Creative Commons
Ritratto di Cristoforo Colombo

Cosa spinse questi grandissimi viaggiatori a muoversi?

Sicuramente i limiti geografici hanno sempre creato nell'umanità una curiosità tale da fomentare il desiderio di sapere cosa ci fosse oltre: gli antichi Romani con le Colonne d'Ercole (lo Stretto di Gibilterra), considerate il confine del mondo, i primi conquistadores nel territorio americano, divenuti poi tra '600 e '700 i cow-boy del famoso Far-West ed anche in epoca contemporanea noi stessi, con un concetto molto più ampio rispetto ai nostri predecessori, con Terra, Sistema Solare ed Universo come protagonisti.

Ogni uomo per natura ed indole mentale identifica nei confini geografici conosciuti qualcosa di molto simile a dei limiti. Tali limiti hanno la capacità di incuriosire lo stesso individuo:

cosa c'è oltre?

I confini di oggi sono, per ogni umano che popola la Terra nel III millennio, semplicemente le pareti di casa. La facilità di viaggiare con ogni tipo di mezzo rende il resto tutto più facile.
Personalmente credo che viaggiare verso mete a noi sconosciute (nell'era della globalizzazione parlare di "sconosciuto" è un po' un azzardo) ci stimoli a migliorarsi: non è forse vero che conoscere usanze, etnie e nazioni diverse dalla nostra, aiutino persino noi stessi a migliorarci?
Forse è proprio questo il motivo che ci spinge a viaggiare. Conoscere l'altro per migliorare se stessi. Il concetto è piuttosto semplice, ma allo stesso tempo complesso.
Come dice Agostino d'Ippona, meglio conosciuto come Sant'Agostino, filosofo e teologo dei primi secoli dopo Cristo:

Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.

Ampliare le proprie vedute permette di conoscere lati fino a quel momento sconosciuti anche di noi stessi.

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CC0 Creative Commons

Propongo un esempio molto pratico: il cibo.

L'Italia è considerato da sempre il Paese in cui la cucina dimostra di avere qualità eccelse a livello salutare e per varietà. Ma cosa sarebbe la nostra cucina se Colombo non avesse mai scoperto l'America ed importato in Europa prodotti come le patate o i pomodori?
Questo vuole essere un esempio molto pratico, ma calzante di quello che è il concetto.
Conoscere l'altro per imparare, per conoscere, per evolvere.

L'arte ne è una grandissima dimostrazione. Ma anche le scienze e persino i più banali hobby. Restare limitati dentro le 4 pareti di casa nostra non comporta nessun progresso.

IL VIAGGIO PER RITROVARE SE STESSI

Molto spesso però il viaggio non è soltanto fatto per conoscere gli altri, ma per incontrare se stessi.

Spesso questo tipo di viaggi corrisponde ad itinerari in solitaria ed in luoghi in cui la Natura regna sovrana: poche distrazioni ed un continuo colloquio con la propria mente. Un viaggio esclusivamente con noi stessi.

Ritrovare il piacere di stare anche soli, in certi casi anche per lunghi periodi, per raggiungere un obiettivo personale. Una pace interiore.

Lo scopo è quindi quello di cambiare se stessi attraverso un percorso in solitaria; come dice Anne Carson, poetessa e saggista canadese contemporanea:

L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.

Tali viaggi introspettivi devono nascere dal proprio cuore, poiché nessuno li può programmare ne prevedere. Prendere e partire, queste sono le parole d'ordine.

Per dove? ...e chi lo sà!

Con che mezzo?...quello che capita, sapendo che quello che conta non è il come.

Senza bagagli?...ovviamente, perché come dice Ira Levin, scrittore e drammaturgo statunitense:

Chi ha bisogno di più di una valigia è un turista, non un viaggiatore.

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CC0 Creative Commons

A tal proposito, un'ulteriore citazione, questa volta di Lynn Gordon, scrittrice statunitense:

Seguite l’impulso del momento (senza programmare nulla, nel giro di otto ore) e salite su un aereo o fate il pieno alla macchina e partite. La meta non ha importanza. L’obiettivo è viaggiare con poco bagaglio, stendere le ali e mettere alla prova la vostra capacità di mollare tutto. Lanciarsi istintivamente in un’avventura e allontanarsi per un po’ dalla propria vita è una sensazione straordinaria di libertà.

La bellezza di questi viaggi interiori è il fatto che possono essere effettuati anche solo con l'uso della mente. E' lei che lavora. Le nostre gambe non si devono muovere.

Lo yoga, tecnica orientale di meditazione, mi ha aiutato negli anni a combattere lo stress della vita moderna. Allontanarmi, anche solo per 10 minuti al giorno, per liberarmi dalle angosce e dai brutti avvenimenti della vita terrestre; liberare il pensiero, leggero, che viaggia senza meta!

Rilassarsi e liberare i nostri pensieri senza limiti.

Non è forse anche questo un tipo di viaggio?

La fantasia diventa piacevole protagonista dei nostri viaggi mentali: i bambini sono grandi sognatori, dalle fantasiose idee. Il viaggio generato dalla nostra stessa fantasia è forse il più bello che si possa intraprendere.

La nostra fantasia non ci premierà con brutte sorprese o spiacevoli inconvenienti.

VIAGGIO e VITA

Non è forse vero che la nostra stessa vita è uno splendido viaggio?.

Un percorso che noi portiamo avanti giorno dopo giorno. Contraddistinto da momenti tristi e momenti felici, da dispiaceri e gioie.

Ma questa è la vita. Il dono più bello che potessimo avere. Solo il fatto di poterlo raccontare lo rende unico e prezioso.

Il viaggio diventa allegoria della vita.

Cito a tal proposito uno dei massimi cantanti italiani, Lucio Battisti, con uno dei suoi brani più famosi, in cui un semplice viaggio in moto nasconde tra le righe una spiccata similitudine con la vita:

[...]Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure.[...].

Anche il Sommo Poeta, Dante Alighieri, nel suo massimo componimento La Divina Commedia celebra attraverso un viaggio allegorico quello che potrebbe essere un semplice viaggio tra le città del Ducato di Toscana.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

NON SI SMETTE MAI DI VIAGGIARE

Non si finisce mai di viaggiare. La fine di un viaggio coincide sempre con una nuova partenza.

Anche io, qui su Steemit, sto viaggiando in vostra compagnia. Un giorno potrei scendere da questo splendido treno su cui sto viaggiando e magari salire su un altro, cambiando i miei compagni di viaggio. Ma non per questo mi pentirei di aver viaggiato con voi.

Le esperienze cambiano. I compagni cambiano, ma l'importante resta sempre il fatto di

NON SMETTERE DI VIAGGIARE MAI!!

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Ben detto, chi si ferma è perduto!

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Correre, viaggiare, senza o con una mesta, con la mente o sulle proprie gambe per conoscere.
Un saluto Fabio!

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