In risposta all’invito di @anedo. Riflessioni pallose per depressi e aspiranti suicidi

in #ita6 years ago

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Il buon @anedo, tre giorni fa, ha pubblicato una lettera aperta attraverso la quale mi ha posto alcune questioni. Sostanzialmente il succo è ”rompi tanto le scatole a destra e a manca con domande a questo e a quello, mo’ ce voi di, tu, come la pensi?”
Ci sta, ci sta tutto. Me tocca, come si usa dire: tocca a me, sono io ad essere messo sotto botta questa volta e mi tocca rispondere. Rispondo, certo, perchè penso che sia buona educazione farlo e perchè penso che ragionare a voce alta, tutti assieme, non abbia mai fatto male a nessuno, anzi, penso che produca buone cose. E perchè @anedo è persona intellettualmente raffinata, dunque la cosa mi solletica particolarmente.
Rassicuro subito i miei detrattori: mi sono impegnato a non parlare più di #steempostitalia e non ne parlerò. Dunque possiamo andare avanti lisci come l'olio.

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Format

Sostanzialmente @anedo mi dice che, a suo avviso, il miglior modo per sviluppare un progetto editoriale sia quello di strutturarlo attraverso vari formati: libri, articoli, web, video, installazioni, performances, mostre, incontri, eventi,… E mi chiede se sono d’accordo.
Si, sono d’accordo.
In comunicazione (quella che popolarmente viene chiamata "la pubblicità” ), un tempo (ancora oggi, nella stragrande maggioranza dei casi), si operava attraverso due tipi azioni: l’advertising “classico” e il “belove the line”.
Semplificando (semplificando molto), l’advertising classico sono gli spot televisivi, i manifesti e i giornali. Il belove the line sono le azioni in quelli che, tra gli addetti ai lavori, vengono chiamati i punti vendita: i luoghi in cui il cliente (l’interlocutore, il destinatario del messaggio) entra in contatto con il prodotto.
Da almeno 25 anni (ma fatica a prendere piede perchè è una strategia più complessa e articolata ed è difficile trovare professionisti sufficientemente preparati e con esperienza), si parla di "comunicazione olistica". Azioni “a tutto campo” che utilizzano i molteplici strumenti che @anedo ha tratteggiato nella sua domanda.
E’ la modalità più efficace per raggiungere lo scopo. E’ quella modalità che garantisce di entrare in contatto con il maggior numero e la più ampia tipologica di interlocutori e di declinare il messaggio in maniera più articolata in funzione delle differenti soggettività e sensibilità, potenziandone l’efficacia. E' quella modalità in virtù della quale è più facile e circostanziato misurare il rapporto costi-benefici. Eccetera.
Ma, come ripeto, è un approccio ancora sostanzialmente nuovo e né le agenzie, né i clienti sono ancora sufficientemente preparati per adottarlo.

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Fattibilità economica

Dice @anedo: ”Penso che ogni progetto editoriale debba avere un business model per individuare gli eventuali partner, investitori e sponsor in grado di sostenere economicamente il progetto. Cosa ne pensi?”
Penso che… “mica stamo a pettinà le bambole! Caro qui si!"
Aggiungerei una sola cosa, che magari può essere utile ad integrare il concetto. Nella mia esperienza, valutare lo scenario mi ha consentito di formulare progetti, costi compresi; e nel valutare lo scenario e formulare i progetti ho sempre tenuto conto, da subito, di quale potesse essere l’investitore-partner (quello che @anedo chiama col nome “antico” di "sponsor” ) da coinvolgere. A quel punto il gioco è fatto: se il progetto è buono (raggiunge lo scopo) ed è economicamente sostenibile (il rapporto costi-benefici è positivo) il partner lo hai trovato e il progetto può partire.

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Risorse

@anedo ritiene che ogni progetto debba essere sviluppato e gestito da un gruppo di lavoro selezionato per competenze e interessi e che avere un "gruppone" che segue molteplici progetti diversi tra loro sia deleterio.
Concordo, non ho nulla da aggiungere. Semmai, potremo parlare un giorno di come mettere su un tale gruppo …alle navi…!!

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Steemit

La domanda di @anedo è in qualche modo duplice. Mi chiede esplicitamente se attraverso questa piattaforma sia possibile individuare e strutturare un sistema per compensare un progetto editoriale.
Direi senz’altro di si. Aggiungerei, però, che Steemit da sola non è in grado di sostenere i costi di un progetto editoriale serio, né di garantire un profitto all'impresa proporzionale all’impegno necessario.
Ed ecco dunque la seconda, non espressa espplicitamente, parte della domanda: "E' in grado un progetto editoriale di vivere solo su Steemit?
No, a mio avviso no. A mio avviso Steemit è solo una delle frecce dell’arco. Uno tra gli strumenti da mettere in campo. Ma bisogna attivarne altri.

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Sostegno di gruppi/balene

Mi chiede @anedo: "Secondo te è necessario avere il sostegno (in criptovaluta) di gruppi come SPI o di balene? Secondo quale tipo di partnership?"
Secondo me è utile, molto utile, soprattutto in una fase di start up. Ma non è conditio sine qua non. Se c’è meglio, si attivano certi meccanismi. Se non c’è, amen: se ne attivano altri. Quanto al tipo di partnership, dipende da progetto a progetto… Non è che non voglia dirtelo, #anedo, è che dovrei simulare vari scenari e …sarebbe un pippone che non finisce mai!

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Comunità

Dice @anedo: "Io credo che la comunità che un progetto editoriale deve intercettare sia quella dei lettori."
Chiaro, limpido, Recoaro …diceva quella pubblicità…
Lo so, @anedo, potresti chiedermi "Ma allora qual'è il senso della comunità di lingua italiana e di tutti i progetti studiati per sostenerla? Non è una comunità di lettori, non è un target specifico,..." Mi limito a dirti che, a mio avviso, un senso ce l’ha, ma non ti dico altro, perchè ne ho scritto decine di pagine… Un senso. In un ambito specifico con obiettivi specifici. Poi ci sono altre cose da fare, che sono quelle di cui stiamo parlando…

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Professionalità

E siamo arrivati all'ultima domanda. @anedo mi dice: "Io penso che l'approccio professionale, anche degli autori, sia fondamentale." E mi chiede cosa ne penso.
Dico si, assolutamente si, concordo. Un conto è la generica comunità di lingua italiana, in cui vengono sostenuti tutti. Un conto è un progetto editoriale. Nel progetto editoriale si seleziona solo il meglio e con un certo criterio. E l’autore, come in ogni progetto editoriale che si rispetti, dialoga con l’editore nella costruzione del progetto, non scrive quello che gli salta per la testa ...perchè lui è un artista…

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Sulle navi!

"Non credi che sia arrivata l'ora di metterci a lavorare?", mi chiede in chiusura @anedo.
Yes!
Sort:  

Alcuni punti di questo post mi portano a condividere alcune impressioni e dubbi che covo da un po' ma che ancora non ho espresso da nessuna parte a proposito del "sistema #steemit", o comunque di social che premiano i contenuti con un corrispettivo in denaro. Probabilmente sarò un po' fuori tema ma credo possa essere interessante.

Spesso si legge di quanto sia bello e straordinario steemit e di quanto sia brutto e cattivo facebook. E altrettanto spesso (forse un po' meno) si legge di come su steemit manchino i lettori (se non ricordo male lo stesso @anedo qualche tempo fa disse una cosa del genere).

La domanda che mi e vi pongo è la seguente: dato che steemit paga i creatori di contenuti a differenza di facebook, non è lecito supporre che chi sta su steemit lo faccia principalmente per questo motivo? E che quindi sia molto più autore che lettore? E che quindi su steemit dettino legge solo e soltanto questioni puramente monetarie condannandolo ad un perenne stato di continue produzioni inutili o quasi? Inutili perché non utilizzate intendo... Su facebook questo ovviamente non accade (nessuno ti paga per quello che scrivi). Siamo proprio sicuri che sia molto meglio steemit di facebook? Non è una visione un po' troppo miope?

Beh, non voglio dilungarmi troppo ma probabilmente ci farò un post su questa cosa.

La domanda che mi e vi pongo è la seguente: dato che steemit paga i creatori di contenuti a differenza di facebook, non è lecito supporre che chi sta su steemit lo faccia principalmente per questo motivo?

Sì certo.

E che quindi sia molto più autore che lettore?

Certo, è proprio per questo che ho detto che la piattaforma è fatta per gli autori, e che i lettori sono solo autori che cercano di promuoversi come autori facendosi vedere negli altri post con i commenti. (Non tutti sono così ma la piattaforma premia questi).

E che quindi su steemit dettino legge solo e soltanto questioni puramente monetarie condannandolo ad un perenne stato di continue produzioni inutili o quasi? Inutili perché non utilizzate intendo...

Sì, mi sembra condivisibile.

La comparazione con Facebook non la trovo molto interessante. Ci sono molte differenze e capire quale sia meglio o peggio non cambia l'analisi su steemit. Steemit si propone come piattaforma di blogging con una premiazione in criptovaluta per tutti coloro che partecipano con la scrittura dei post, con gli upvote e con i commenti. E purtroppo i commenti che hai fatto prima (e le mie risposte che concordano con quanto dici) non rendono questo sistema di blogging molto efficiente se prendiamo i contenuti come punto di riferimento. Cioè, sembra che steemit voglia mettere al centro il contenuto invece mette al centro l'attività social degli autori, i contenuti perdono centralità e per guadagnare le strategie migliori non sono quelle che puntano sui contenuti.

E allora? Se vuoi guadagnare con steemit impari ad utilizzare le strategie più efficienti della piattaforma, se vuoi guadagnare con i contenuti devi puntare anche a piazzare i tuoi contenuti fuori da steemit e usare steemit in una doppia modalità: 1) utilizzare le stesse strategie più efficienti (tanto i contenuti già ce l'hai) e 2) utilizzare le caratteristiche social di steemit per far conoscere il tuo progetto editoriale (generale).

La comparazione con Facebook non la trovo molto interessante.

Dici? Uhm... in un certo senso significa mettere in dubbio tutta la baracca.

Non so fino a che punto le due cose siano paragonabili o meno ma il dubbio c'è.

Quello che comprendo poco, di alcune posizioni (non necessariamente la tua) è questo essere steemitiani (quasi come una forma di culto religioso) e il fatto di voler delegare alla piattaforma tutto il peso dell'attività editoriale (tranne magicamente quella di autori).
Questa cosa è molto superficiale, steemit come editore è un pessimo editore, è solo una piattaforma di social network con pagamenti in criptovaluta. Quest'ultima è la grande novità, che però in un'analisi più approfondita non può che evidenziare i limiti che dici, ma il problema non è solo come è fatta la piattaforma, ma anche come siamo fatti noi.
Se noi vogliamo guadagnare facendo qualche articolo alla settimana stando chiusi nella nostra stanzetta senza voler (o essere capaci di) creare un progetto editoriale di qualità (non da soli, da soli si fa pochissimo), se noi siamo questi la piattaforma offre servizi a quello che siamo (scrittori dilettanti) e il gioco si chiude, perché ti aspetti qualcosa di diverso?

Tutto ciò mette in dubbio l'intera baracca? No, a mettere in dubbio (non la baracca ma il fatto che non c'è la centralità dei contenuti) sono i nostri obiettivi se non collimano con lo scenario descritto. I miei non collimano (coloro che si sono messi a privilegiare le tecniche social + la conoscenza del funzionamento delle criptovalute e della piattaforma mi sembra che stanno guadagnando, non so quanto ma stanno guadagnando, a me semplicemente non mi interessa come non mi interessa diventare ragioniere o giocatore di scacchi professionista), ma non mi metto a fare guerra a steemit per cambiarla, cerco di accettarla per com'è oggi, sperando che un po' (almeno un po') si modifichi a favore dei contenuti col tempo.

In sostanza ti devi chiedere questo: cosa voglio? cosa mi interessa? Guadagnare con steemit o guadagnare con i contenuti? Non esiste la risposta giusta o la risposta sbagliata, ma se rispondi con steemit le strategie migliori sono alcune, se rispondi con i contenuti le strategie migliori sono altre. Anche se probabilmente, è quello che sto vagliando, le diverse strategie potrebbero avere degli elementi in comune (se sarà così chi risponde in un modo e chi risponde in un altro potranno avere motivi di collaborazione).

Mah in generale sono d'accordo non fosse per una questione che non condivido molto. Io credo che quello che siamo noi qui dentro (e di riflesso i nostri obbiettivi) è un qualcosa di profondamente legato a quello che è la piattaforma. Se noi siamo quello che siamo è perché la piattaforma ci istiga a esserlo. Si tratta di un'idea molto "darwiniana" che ho, l'uomo si adatta all'ambiente in cui vive... e questo ha tante implicazioni; iniziamo a immaginare specie che si estinguono, ecc ecc

Sì, sono d'accordo con te, ma è uno scambio: la piattaforma influenza noi e noi la piattaforma. Insieme costruiamo l'ambiente. Questo ambiente, fortunatamente, è sempre in evoluzione. Anche un carcerato può influenzare la propria cella, anche se la maggior parte delle persone crede di no (cfr. Carlos Castaneda).

" Steemit si propone come piattaforma di blogging con una premiazione in criptovaluta per tutti coloro che partecipano con la scrittura dei post, con gli upvote e con i commenti. " dice il saggio @anedo .Non sono molto d'accordo. Non è così semplice... I commenti possono esserci o non esserci. Non incidono sul valore del tuo post (in termini di payout) . Questo avveniva invece su TSU, altra piattaforma che pagava i contenuti ...Puoi essere visto da 2 utenti e avere 50 $ a post o essere visto e letto da 300 e avere 1 dollaro. Non conta quanti ti vedono o ti votano ma Chi ti vede e ti vota. Quindi anche i discorsi di "uscire" dalla piattaforma , secondo me non servono...Non serve perchè le visualizzazioni che potresti fare (portando al di fuori il tuo contenuto) non vengono considerate. Anzi adesso questo dato è stato anche tolto....! (E invece le view erano alla base delle piattaforme che pagavano...TSU. NIUME....e in fondo sono anche alla base della performance di FB che ti chiede soldi se vuoi che il tuo post sia visto da molti utenti..) Insomma Steemit è altra cosa e, solo chi ha avuto la possibiltà di consolidare la sua posizione dall'inizio vede qualche frutto. Per gli altri , tutti gli altri, io la vedo davvero difficile... Ma la realtà è che il 4-5 % di Utenti che detengono grosse quantità di SP decidono chi, come e quando devono , eventualmente, andare avanti. Purtroppo il lavoro (più o meno buono) non c'entra molto. Possiamo constatarlo ogni giorno. Post assolutamente inguardabili ottengono pagamenti imbarazzanti. Questo è steemit. Quindi ripeto, va utilizzato per fare cose che ci possono piacere. Impossibile migliorare Steemit. Però possiamo migliorare noi.

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Mi piacciono queste discussioni e credo che private del contesto spi acquisicano ancora più forza e trasversalità proprio perchè si propongono come complemento al lavoro che viene svolto e che possono essere riprese da chi vuole alternative e da chi invece vuole solo eventualmente migliorare e migliorarsi.
Condivido quasi tutto nel senso che oggi steemit è solo parte di un'offerta stratificata che tutti dobbiamo provare a vivisezionare per rivisitarla a modo nostro in modo da lanciare la nostra di offerta, come singoli, come gruppi, come nuove entità.
Bravi @marcodobrovich e @anedo, i vostri duetti sono sempre piacevoli.

Il discorso fila, quando si parte?

Più che soddisfatto delle risposte, sono stato proprio bravo a fare le domande evidentemente 😁.

Avrei solo delle piccole aggiunte, soprattutto in riferimento alla comunicazione web e al web marketing (ambiente in cui ho costruito le mie competenze). Ma non mancheranno occasioni... grazie per le risposte!

Un argomento interessante, servono sponsor urgentemente, chi si offre volontario?

Non so se stai scherzando... probabilmente sì 🙂 ma ti rispondo lo stesso:

Per trovare degli sponsor o degli investitori devi presentare un progetto, in alcuni casi - come nelle startup - anche un progetto già avviato (anche se di norma l'avvio è anch'esso sostenuto da investitori). In questo progetto devi indicare quello che interessa allo sponsor o all'investitore, cioè il motivo per cui valga la pena essere sponsor o investitori.

Se poi trovi dei volontari 🙃 portali qui... lavoro risparmiato...

sono stata ironica, è ovvio che come illustrato da te ci vogliono progetti credibili è producenti, sono entusiasta di tali iniziative, ma ovviamente bisogna presentare qualcosa di tangibile perché l'investitore vuole fatti no chiacchiere.

Se ho capito bene l'idea sarebbe portare la qualità dei post ad un "livello" superiore, con dei professionisti al lavoro?

Rispondo per me: no, la mia idea è sviluppare progetti editoriali che possano funzionare anche fuori da steemit, questi progetti per funzionare economicamente devono necessariamente essere di alta qualità e quindi coinvolgere dei professionisti (o aspiranti tali) in tutte le competenze dello sviluppo editoriale (dall'autore a chi cerca investitori, a chi si occupa della promozione, a chi dei format comunicativi, ecc.). Con questi obiettivi l'approccio dilettantesco non credo funzioni.

Se invece parliamo solo di steemit... se sei bravo nelle strategie di utilizzo della piattaforma e sei un dilettante nei contenuti puoi raggiungere dei risultati economici, ma per essere importanti devi diventare un professionista dell'uso della piattaforma. In steemit, per i motivi discussi con voiceoff, non è necessario essere degli autori (o editori) professionisti.

Quindi dipende da noi dove collocarci, a me non interessa diventare un professionista dell'uso di steemit, ma volentieri vorrei nel mio gruppo uno che lo è così mi permette di sviluppare le strategie giuste per avere entrate aggiuntive con steemit.

Grazie mille per le tue personali delucidazioni, davvero esaurienti!

Scusatemi bel post. Quale sarebbe l'obiettivo? Il contenuto? Creare un vero giornale, un cryptodiano?

Per me vale la risposta che ho dato a dexpartacus.

Ok contate su di me per la virgola musicale

Davvero molto interessante. Io continuo a leggere questo ping pong di idee (passatemi il termine) e, tempo permettendo, cerco di focalizzare l'attenzione su quello che è lo scopo dello stesso.
Ammetto che all'inizio, leggendo i post di @anedo e gli abboccamenti di @marcodobrovich, non avevo molto chiara la situazione, mentre adesso se non altro qualcosa prende forma nella mia testa.

Quello che non capisco è il reclutamento all'interno di Steemit, dove di figure professionali valide ce ne sono davvero poche (e non mi sto includendo tra di esse), visto che poi l'ambito d'azione sarà per gran parte all'esterno (se ho capito bene).

Ci sono tanti blogger molto più motivati all'esterno di questo ambito che, lasciatemelo dire, è composto più che altro di persone interessate al soldo e senza una reale passione o competenza da condividere.. e trovo giusto sia così in quanto se una piattaforma si pubblicizza come "il social che ti permette di guadagnare" è normale che attragga maggiormente chi è interessato a questo aspetto.

D'accordo... ma sono più pessimista di te... non si tratta solo di trovare figure professionali valide (a me sarebbe sufficiente aspiranti tali), ma bisognerebbe condividere un approccio "aperto" di collaborazione non così semplice. Per cui tra i molti professionisti che conosco sono davvero rari quelli che si vogliono mettere in gioco (la maggioranza preferisce la rendita di posizione, che diventa un suicidio per i giovani). Per questo la ricerca è estesa ovunque. L'ambito di azione dipenderà da progetto a progetto. Personalmente non sto facendo reclutamento su steemit ma attività social con intenti professionali. Ho conosciuto marco su steemit ad esempio e mi sto confrontando professionalmente con lui (un gol a favore di steemit).

Grazie per l'ulteriore chiarimento. Diciamo che in effetti è un progetto che si dovrebbe reggere su degli equilibri da raggiungere step by step e soprattutto, come hai detto giustamente tu, su un approccio di totale apertura.
Come dice sempre Marco, "I will stay tuned" per vedere gli sviluppi.

Qualsiasi iniziativa che possa portare nuova linfa a questa piattaforma, seguendo schemi validi, può essere degna e meritevole di menzione, solo che non sempre le cose vanno per il verso giusto, io purtroppo non conosco tutte le dinamiche che portano alla determinazione di queste faccende ed accadimenti, ma sono iniziative sulla carta suscettibili di sviluppo.