"Quanto vorrei poter tornare bambino, era tutto più semplice!"
Era arrivato il grande giorno per Carlo,il giorno che gli avrebbe sconvolto la vita.
Sarebbe diventato papà di un bellissimo bambino. Un bambino che in quel momento gli donava una forte emozione. Stringendolo tra le braccia, avvolto in un lenzuolo di seta bianco, pensava a quali difficoltà lo attendessero, se avrebbe reso felice quel piccolo essere che era parte ormai di sè.
Aveva paura di non potergli dare la felicità.
La paura lo portò a domandarsi il perché non potesse tornare bambino, lì era tutto più semplice, più facile.
Iniziò a vagare tra i ricordi del passato.
Si soffermò a quel giorno del suo compleanno, nel quale gli fu regalato un gioco che tanto aveva desiderato: La macchinina telecomandata. Ricordava ancora della felicità che provava, l'euforia del momento. Quando, dopo averla aperta, volle provarla, il fratello più piccolo prese il telecomando e lo buttò nella piscina di casa. Preso dalla rabbia Carlo lo butto a terra violentemente. Il fratellino sbatté la testa contro il vaso di una pianta, che era posta in giardino, e perse i sensi. Mentre erano all'ospedale, e ancora lo ricordava come se fosse successo in quell'istante, si sentì cosi cattivo che scoppiò a piangere, sperando che il fratello stesse bene. Dopo aver saputo che il fratellino stesse bene, si calmò, ma passò il resto dei mesi a non affrontare questo trauma. Infatti non riuscendo a superare il senso di colpa che lo divorava, fu portato in terapia da una psicologa.
Sorrise osservando suo figlio che dormiva.
E poi si ricordò anche di tutti i castighi che aveva ricevuto dai genitori, perché aveva fatto qualche marachella. Mentre era lì, fermo in un angolo senza dover muovere neanche un dito, desiderava essere un oggetto inanimato per non provare tristezza.
Possono sembrare piccole difficoltà, che non hanno più di tanto importanza, ma che per Carlo, però, erano problemi insormontabili a quell'età.
Crescendo le difficoltà non mancarono. Come il primo giorno di scuola nel quale venne deriso perché aveva portato a scuola il suo pupazzetto che lo faceva sentire al sicuro. Si vergognava e non sapeva come fare a nascondere il suo disagio.
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Vogliamo parlare delle relazioni di amicizia al liceo?
Un vero e proprio disastro. Era troppo timido e veniva preso in giro perché ancora non aveva fatto sesso, né aveva avuto una ragazza. Insomma era lo "sfigato della classe". Poi col tempo , però, iniziò a sciogliersi e a intraprendere nuove relazioni di amicizia e conobbe anche l'amore della usa vita.
Un'altra difficoltà fu conquistarla, era un tipo assai complesso.
Si ricordò inoltre anche della prima volta che fece l'amore, era impacciatissimo e timidissimo, ma dovette farsi coraggio e affrontare quel piccolo blocco, per fare in modo che quel giorno fosse il più bello per la donna che amava.
I pensieri di carlo furono interrotti dalla voce dell'infermiera che doveva preparare il piccolo all'incontro con la madre. Le braccia si alleggerirono, già gli mancava quel peso sulle braccia. Si sedette nella sala di attesa e continuò a viaggiare con la fantasia.
Un'altra difficoltà incontrata, nella sua giovane età, fu l'università. Molto diversa dal liceo, all'università si erano visti semplicemente come un numero, non un individuo. Quei numerosi esami da affrontare arrivando poi, faticosamente, alla laurea. Era stata una vera e propria impresa, ma quelle difficoltà le aveva superate tutte.
Poteva superare anche le difficoltà che avrebbe incontrato con questa nuova vita.
L'infermiera lo distrasse nuovamente per portarlo nella stanza dove avevano portato la moglie ed il figlio. Quando varcò la soglia della porta e vide la madre di suo figlio allattare, nella sua mente si disse:
Ho paura di sbagliare questo è vero, ma affronterò e apprezzerò la vita che mi è stata data dando il massimo di me nel rendere felice la mia famiglia.
Sentì una forza dentro immensa. Baciò poi la moglie sulle morbide labbra e la ringraziò di quel meraviglioso dono.
Sono sicura che ognuno di voi, almeno una volta, ha pronunciato la frase:
Quanto vorrei poter tornare bambino, era tutto più semplice!
No cari miei, la semplicità nella vita è una filosofia che non esiste.
Vi sono difficoltà in ogni momento della nostra vita solo che cambia l'importanza che diamo a quella determinata difficoltà da dover superare.
Basta non scappare da essa, ma affrontarla vedendola trasformarsi, nel tempo, in una sciocchezza.