Il calcio in Turchia, tra (poca) politica e (molta) passione
Per un qualsiasi appassionato di calcio risulta impossibile non accorgersi del ruolo primario che lo sport con la palla per eccellenza riveste in Turchia.
Se in Italia siamo soliti dire che la maggior parte degli abitanti vive di pane e pallone, nello stato del Presidente Erdogan questa affermazione potrebbe essere tranquillamente rovesciata invertendo l'ordine dei fattori: il calcio è al primo posto della vita di molti cittadini, simbolo di appartenenza, di aggregazione sociale e in qualche caso anche di militanza politica.
La passione sportiva
La capitale Ankara vive un ruolo abbastanza marginale in questo processo, se è vero come è vero che le sue due squadre, Ankaraspor, recentemente ribattezzata in Osmanlispor e il Gençlerbirliği, retrocesso al termine dello scorso campionato in seconda divisione, non rivestono un ruolo da protagoniste nel torneo, mentre a farla da padrone è sicuramente Istanbul, che con cinque squadre (quattro delle quali si sono contese il titolo nella passata stagione) ricopre il ruolo indiscusso di città trainante del movimento insieme a Trebisonda, patria del Trabzonspor.
Seppur in declino rispetto ai fasti dei primi anni del terzo millennio, quando il mercato trasferimenti arrivò a sfiorare la quota di ottocento milioni di euro e le compagini turche ottenevano ottimi risultati anche nelle competizioni continentali, il campionato anatolico rappresenta uno dei più interessanti e combattuti del vecchio continente.
Le società più famose, Galatasaray, Fenerbahçe e Beşiktaş hanno recentemente visto insidiare la loro leadership cittadina (e nazionale) dall'ultima nata, l'Istanbul Başakşehir, società fondata solo nel 1990 e di proprietà statale, capace di concludere lo scorso torneo al secondo posto (alla pari con il Fenerbahçe) staccato di soli tre punti dai campioni del Galatasaray, mentre la quinta squadra, il Kasımpaşa, non concorre solitamente per le posizioni di prestigio.
Ad Istanbul i vari quartieri sono intrisi di orgoglio calcistico per le loro rispettive squadre: qualora capiti di sostenere una conversazione con un qualsiasi abitante della città a cavallo del Bosforo, che vada al di là dei semplici saluti o di una richiesta di informazioni, è probabile che il discorso scivoli prima o poi sul calcio.
Sei del Fenerbahçe vero?
E' la domanda che ci siamo sentiti fare da più persone a Kadikoy, la parte asiatica della città (nella quale avevamo l'alloggio e che considero indubbiamente la più bella di Istanbul) dove la Società possiede lo stadio e la sede.
Veduta dello stadio del Fenerbahçe, foto dell'autore
Alla stessa maniera e con medesima passione, mille bandierine del Galatasaray adornano il cielo di Beyoglu e murales con lo stemma del Beşiktaş mostrano fieri il sostegno che il quartiere omonimo regala alla squadra bianconera.
Bandierine del Galatasaray a Beyoglu, foto dell'Autore
Murales del Beşiktaş nel quartiere omonimo, foto dell'Autore
In un atmosfera tanto coinvolgente, dove i ragazzi sfoggiano orgogliosamente nella vita di tutti i giorni, polo, t-shirt e divise delle loro squadre del cuore, per un appassionato di pallone è difficile rimanere indifferenti e non scegliere, per un motivo o per un altro, una bandiera per la quale simpatizzare (la mia sistemazione mi ha fatto propendere per il Fenerbahçe).
Tanta passione però è sfociata in passato anche in gesti estremi, a volte tutto sommato simpatici e innocui, come quello del tifoso del Denizlispor che, bandito dallo stadio, ha noleggiato una gru per assistere ugualmente alla partita della sua squadra del cuore, altre volte folli e sconsiderati, come i colpi di pistola al pullman del Fenerbahçe di tre anni fa, che hanno portato alla sospensione del campionato, o i violenti scontri tra tifoserie rivali.
Calcio e politica
Cavalcando l'onda del grande consenso popolare che una squadra vincente può regalare nel paese dei sultani, lo Stato ha deciso di creare, come detto in precedenza, il proprio team di riferimento, l'Istanbul Başakşehir.
Di proprietà del Ministero dello sport e della gioventù, la squadra è stata gradualmente rafforzata anno dopo anno, in modo da competere per le primissime posizioni; il partito del presidente Recep Tayyip Erdoğan sembra raccogliere sempre maggiori consensi tra le nuove generazioni, aiutato anche dal crescente successo che la squadra statale, dedicata ai giovani, raccoglie.
Su posizioni opposte sembrano invece essere orientate alcune frange del tifo Galatasaray, addirittura sospettate di essere collegate al fallito golpe del 2016.
In un derby contro il Fenerbahçe del 22 Ottobre 2017, la curva ha esposto una coreografia raffigurante Rocky Balboa, accompagnata da uno striscione recitante:
Rialzati, sembrano grandi solo perché sei in ginocchio!
Quella che a prima vista può sembrare solo una frase motivazionale da indirizzare ai propri beniamini, non è stata interpretata nello stesso modo dal governo turco, che ci ha letto un chiaro riferimento a Fethullah Gulen, oppositore in esilio in Pennsylvania, luogo di nascita del pugile di origini italo-americane; inoltre la frase dello striscione è stata collegata col titolo di una poesia recitata dallo stesso Gulen poco prima, che invitava la Turchia a rialzare la testa.
Conclusioni
Istanbul è una città magica e bellissima, che merita una visita almeno una volta nella vita. Il popolo turco è generalmente cordiale e disponibile con gli stranieri, e per un appassionato di pallone, scambiare quattro chiacchiere con i tifosi o con i commessi degli store ufficiali delle squadre, rappresenta sicuramente un motivo in più per scegliere la città del Bosforo come sede di una prossima vacanza.
Se ne avete la possibilità, assistete ad una partita (scegliendo magari posti non troppo caldi) o visitate uno stadio, per rendervi meglio conto di quanto descritto in questo articolo. Probabilmente, tornati a casa, avrete un'altra squadra del cuore e un altro campionato per il quale, la Domenica, vorrete consultare i risultati...
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Non sapevo della squadra di calcio di Stato. Un bello strumento di propaganda
esatto, del resto anche in Italia mi sa che qualcuno ha capito che il calcio è un ottimo strumento di propaganda... E non credo ci sia bisogno di fare nomi. Grazie per il commento, molto gradito.