Il bibliotecario francese: cap. XLVII
Alberta sentì bussare alla porta. Pensò che Augustus Lafayette avesse dimenticato qualcosa nel piccolo appartamento, il che, data la sua reale professione che esigeva un livello di attenzione ben al fuori della norma, le parse improbabile, oltre che rischiosissimo, qualora fosse accaduto altrove. Ma no: al di là dello spioncino scorse l'infermiere Brooke. Alberta lo ricordava con simpatia. Quando lavoravano assieme al Centro Arcoiris si era dimostrato un collega premuroso, un ragazzo simpatico e amichevole. Fu contenta di rivederlo.
-Adriana e Nico mi hanno dato questo indirizzo e il permesso di venire a trovarli. Sono felice di vedere anche te, Alberta. E di sapere che la triste vicenda che vi ha coinvolti si sia finalmente conclusa.
-Grazie Robert. Anche a me fa piacere rivederti. Vieni pure a trovarci tutte le volte che vuoi. So quanto hai fatto per me e per i ragazzi. Di qualunque cosa tu abbia bisogno, non esitare a chiedere.
-Grazie, cara Alberta! In effetti, se non ti è di troppo disturbo, avrei bisogno di parlarti di una cosa... piuttosto seria...
-Ma prego! Siediti pure, Robert, che ci fai ancora in piedi? Qui sei a casa tua. Ti preparo subito qualcosa da mangiare. Habanita è molto distante da qui, specie spostandoti con i mezzi pubblici e a quest'ora avrai fame.
-Tranquilla, Alberta, non è necessario. Oscar mi ha dato i soldi per l'autobus e anche per comprarmi da mangiare fuori. Forse Adriana e Nico non hanno ancora avuto il tempo di raccontartelo, ma da un anno e mezzo a questa parte vivo unicamente di volontariato. Le banconote che mi ha dato Oscar sono le prime che vedo da allora. Ma non me ne cruccio, sai? Tutt'altro! Comunque, la prima cosa che ho fatto arrivando a La Copa è stato entrare in una panineria.
-Lascia almeno che ti prepari qualcosa da bere. Succo di frutta, caffè, quello che preferisci. Il signor Lafayette si è premurato di farci trovare l'appartamento con il frigo e la dispensa ben forniti. Figurati che ha perfino versato la caparra e il primo mese di affitto di tasca sua e non vuole saperne nulla di farsi restituire il denaro.
-E' tipico di lui. Gli piace atteggiarsi a burbero, ma in realtà è un angelo-. Subito dopo, cambiando tono, disse con aria grave: -Alberta, tu sei molto affezionata a Nico e Adriana. Sei come una mamma per loro e infatti una madre non avrebbe potuto fare più di te.
Alberta trasalì, ma si ricompose subito. Ovviamente Robert non poteva essere a parte del suo segreto: della discrezione di Augustus Lafayette non v'era nulla di cui dubitare. Semmai, chiunque a conoscenza della vicenda, sapendo fin dove si era spinta per proteggere Adriana e Nico, non avrebbe riflettuto altrimenti.
-...quindi sei la persona più adatta a elargirmi un consiglio- continuò il ragazzo.
-Dimmi pure, Robert. Farò del mio meglio per aiutarti.
L'infermiere Brooke le raccontò allora della forza dei suoi sentimenti per Adriana, del suo rammarico per il proprio aspetto non esattamente avvenente, che non gli permetteva di reggere il confronto con Trent e poi del fattaccio che per lui comportava quasi del tutto la perdita di ogni speranza: quella turbolenta serata alla locanda di Habanita, con tanto di dettagli. Dunque Alberta intese quanto riferitole da Nico poco prima: il medico californiano non doveva in realtà essere un uomo perverso, se era capace di pentimento, ravvedimento e, come Alberta sperava, anche di redenzione. Augustus Lafayette non le aveva raccontato nulla, altrimenti si sarebbe ritrovato a dovere rivelare anche la parte che vi aveva preso. Ma l'investigatore sotto mentite spoglie di un bibliotecario non era certo uomo che amasse vantarsi.
-Però, Alberta, vedi...io aderisco alla filosofia pacifista sempreverde, ragion per cui non posso battermi per nessuna ragione al mondo.
La donna sbalordì all'udire una simile confessione. Ammirava la sincerità del ragazzo, ma non era sicura di apprezzare la filosofia seguita da Robert, riguardo alla quale le erano capitati alcuni articoli sotto gli occhi tempo addietro, quando ancora viveva in Portogallo. Vero era che amare la pace costituiva un sacrosanto dovere e ove possibile, non poteva che qualificarsi encomiabile l'atteggiamento di arginare conflitti. Ove possibile. Ma con tutta evidenza, la famigerata circostanza alla locanda di Habanita rappresentava proprio un caso di impossibilità. Se Trent e soprattutto Augustus Lafayette non fossero venuti alle mani con tre malfattori, indubbiamente Adriana avrebbe subito uno stupro di gruppo e Nico ben poteva rimanere ucciso, dato che non avrebbe affatto esitato a tentare di difendere sua sorella, sia pure febbricitante a causa della dengue. Molto probabilmente neppure Adriana, così minuta e delicata ancor più di suo fratello, sarebbe sopravvissuta al fattaccio. E quindi il caro Robert faceva parte di uno di quei gruppi sporadicamente rilevati dai media. Un Sempreverde. Nonostante le remore, comunque, Alberta mantenne lo stesso tono cordiale durante tutto il tempo in cui l'infermiere Brooke si trattenne. Robert era un amico sincero e tale lo avrebbe sempre ritenuto. Ma come fidanzato e peggio, poi marito di sua figlia, forse...anche no...in ogni caso non spettava a lei tale decisione.
-Alberta, secondo te, quante speranze potrei avere? Tu ritieni che io possa essere l'uomo giusto per Adriana? In fin dei conti abbiamo obiettivi comuni. Siamo entrambi infermieri. Anche se ogni volta che mi vedo allo specchio mi cadono le braccia. Mi sono risolto a venire solo perché Trent è partito, mi auguro per sempre. Lui non dovrebbe più rappresentare un ostacolo insormontabile come lo era fino a poco fa.
-Ascolta, Robert, Trent oramai è acqua passata. Paragonarti a lui non aiuta né te né Adriana. Se vuoi parlarle, aspetta soltanto qualche minuto. È in camera con suo fratello.
-Alberta, tu metteresti una buona parola per me?
-Robert caro, so che sei un bravo ragazzo e io ti apprezzo e ti stimo moltissimo. E voglio molto bene a Nico e Adriana. Ma non posso mettere il becco sulle loro scelte, specie di capitale importanza-. Anche se nei fatti Alberta avrebbe preferito non astenersi dai consigli materni, cosa che però davanti a Robert si faceva necessario tacere. -Una decisione importante come questa, Adriana deve prenderla da sè. Quando le parlerai, sii soltanto te stesso.
E Robert così fece.
Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:
1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi (dove però manca una piccolissima modifica operata in favore di steemit, per avere diviso un capitolo lungo in due puntate)
2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit (idem come sopra)
3)blurt (al momento fino al cap. XIV), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit
DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username and same avatar in publish0x
Ps: immagine Pixabay royalty free (modificata con paint per calzare con questo capitolo), autore callumramsay (https://pixabay.com/es/illustrations/boda-anillo-de-boda-matrimonio-1335649/)
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