Lo spreco alimentare invisibile delle mense./ The invisible food waste in canteens. [Multilanguage]


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Ogni giorno 3 milioni di italiani lasciano 50 grammi di cibo nel piatto delle mense.
C'è uno spreco alimentare di cui quasi nessuno parla, silenzioso, sistematico e quotidiano, distribuito tra milioni di piatti ogni giorno.
Il suo impatto è enorme, tanto in termini ambientali quanto economici: ridurre lo spreco nelle mense vuol dire prima di tutto abbattere i costi.
Circa 3,04 milioni gli italiani che ogni giorno mangiano in mensa. Ognuno lascia nel piatto, in media, 50 grammi di cibo, una quantità che, moltiplicata su scala nazionale, si traduce in 38mila tonnellate di cibo sprecato all'anno.
La startup trentina Behavix cerca soluzioni per affrontare il problema alla radice, usando l'intelligenza artificiale per capire le cause profonde dello spreco alimentare nelle mense.
Capire perché il cibo viene lasciato, non solo quanto.
Dai risultati del progetto pilota condotto nelle mense universitarie di Padova si è potuto risalire alle motivazioni dello spreco: nel 45% dei feedback, il motivo del cibo lasciato nel piatto era legato allo stress o alla fretta, non alla pietanza stessa
Il potenziale del progetto è enorme.
Ridurre lo spreco alimentare non è solo un obiettivo etico o ambientale, ma una leva economica concreta per chi gestisce mense e ristorazione.
La possibilità di rilevare lo stato di benessere psicologico dei lavoratori, degli studenti o dei degenti, osservando cosa e come mangiano, apre scenari inediti anche per le politiche di aziende, Università, ospedali.
Evitare gli sprechi non è solo possibile, ma conviene.
Leggi l'articolo completo di seguito:
Riferimenti:
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Purtroppo se l'organizzazione universitaria non lascia spazi tra una lezione e l'altra, altro che sprechi: è già capitato, nel mio ateneo italiano, di vedere studenti che addirittura li saltavano, i pasti (magari erano pure studenti lavoratori i cui orari risultavano scombinati rispetto alle lezioni che spesso e ben volentieri ti costringevano a frequentare, altrimenti ti caricavano di ulteriori libri o capitoli sui quali spaccarti la schiena, rischiavi voti più bassi e consimili fiori). Lavoratori? Quand'ero vigilessa c'era da ridere a crepapelle, forse ancor più che negli ambienti universitari. Dunque alle università, aziende e ospedali, va aggiunta pure la pubblica amministrazione...
Fa rabbia pensare che nel resto del mondo ci sono persone che fanno fatica a nutrirsi e nutrire i loro figli. E noi lo sprechiamo..😔
E magari solo per il gusto di sfruttare come schiavi i lavoratori (o magari proprio per vera e propria incuria, per non diventare mal pensanti come me) senza dargli l'adeguato tempo per terminare i pasti. Indecisa se si tratti di infamia tutta italiana o equamente condivisa dai paesi di cultura somigliante. Ma come fai a organizzargli soltanto mezz'ora per la pausa pranzo?
Perché non bisogna sprecare tempo.. i lavoratori devono essere efficienti come macchine. Come ci siamo ridotti.. anzi come ci hanno ridotti.
Non mi sbalordisce che negli ultimi decenni serpeggi in continuazione in questo o quello spazio web nè che Quora stia al centro delle questioni sui denari la domanda ho tanto in banca, posso smettere di lavorare? e giusto in un'epoca in cui smettere di lavorare per campare del suo (come i britannici georgiani e vittoriani, che a seguito di anni nel commercio, si ritiravano a vita privata per essere ammessi nei circoli sociali dei gentlemen, ma pure com'era riuscito al fu Mattia Pascal😂) è pressochè impossibile.
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