SERIE A CHRONICLES - Giornata 10 - Day 10 [Multilanguage]
Copertina realizzata sul sito www.canva.com. Fonte immagini YouTube: Milan-Napoli, Empoli-Inter, Juventus-Parma, Atalanta-Monza, Genoa-Fiorentina
GIORNATA 10 |
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L'unico turno infrasettimanale di questa edizione della Serie A è andato agli archivi. Storicamente si è sempre trattato di giornate ricche di sorprese e colpi di scena, ma questa volta una sola grande, la Juventus, ha davvero steccato, pareggiando (e rischiando di perdere) la gara interna con il Parma, mentre il Milan si è dovuto sì arrendere in casa, ma di fronte alla squadra leader del campionato.
Qualche mistero tuttavia è rimasto appiccicato al nostro torneo, come da buona tradizione italica: perché interventi simili vengono sanzionati sempre più spesso in maniera opposta dagli arbitri? Perché la tifoseria partenopea non potrà partecipare, per ordine del prefetto di Milano, al prossimo Inter-Napoli, ma ha potuto tranquillamente viaggiare a Milano nella sfida con i cugini rossoneri?
Ma soprattutto, perché il procuratore federale, Giuseppe Chiné (per gli amici "Peppino") non è ancora tornato dalle sue lunghissime vacanze e non ha ancora fornito una risposta a chi chiede conto del falso in bilancio del Napoli sul caso Osimhen, delle plusvalenze della Roma o delle miriade di guai che attanagliano l'Inter?
A tutte queste domande non esistono risposte logiche, tanto da essere ormai considerate alla stregua dei misteri della fede. Bisogna semplicemente credere all'innocenza dei soggetti coinvolti: del resto, se i giornali non ne parlano, significa che il problema non esiste. O no?
Si diceva che il Napoli fosse in testa soprattutto grazie ad un calendario favorevole, che nelle prime nove giornate gli aveva riservato solo un big match (pareggiato a Torino contro la Juventus), ma la squadra di Antonio Conte ha dimostrato contro il Milan che verosimilmente tutti coloro che vorranno vincere il titolo dovranno fare i conti proprio con la formazione campana.
Gli azzurri non offrono un calcio spettacolare ma, nelle migliori tradizioni del tecnico salentino, stanno mettendo tutte le energie in campo, domenica dopo domenica, favoriti anche dall'assenza di impegni europei. La squadra ha una solidità difficile da scardinare e può così affidarsi ai colpi dei suoi uomini migliori, quali Lukaku e Kvaratskhelia, per spaccare le partite.
Passato in vantaggio dopo soli cinque minuti grazie al goal di Lukaku (abilissimo a fare a sportellate con Pavlovic al limite dell'area), il Napoli ha atteso il Milan in stile quasi allegriano, per poi stenderlo definitivamente poco prima della fine del primo tempo.
Discreta la reazione dei rossoneri nella ripresa, ma il goal annullato a Morata per fuorigioco sembra aver tagliato loro un po' le gambe e le speranze. Per la capolista rimangono quattro confortanti punti di vantaggio sull'Inter, cosa che permetterà di giocare a San Siro, tra due settimane, per due risultati su tre.
E' probabile che in undici contro undici non sarebbe finita diversamente da una vittoria nerazzurra, ma il 3-0 netto con cui l'Inter ha liquidato la pratica Empoli è di certo stato favorito dall'espulsione rimediata da Goglichidze alla mezz'ora del primo tempo, decretata dal VAR dopo che l'arbitro aveva semplicemente ammonito il calciatore georgiano.
Si è trattato del classico fallo da piede a martello, giustamente sanzionato secondo regolamento con un cartellino rosso. Eppure, in altre circostanze, quando l'intervento è sembrato "strisciato" sulla gamba dell'avversario e non netto, i direttori di gara hanno optato per un semplice cartellino giallo, non corretto dai colleghi al monitor.
In altri ancora, come Malinovski su Yildiz di Genoa-Juventus, al fallo non è seguita alcuna sanzione disciplinare. Oppure, come nell'occasione Politano-Bremer di Juventus-Napoli di qualche giornata fa, addirittura non è stato fischiato nemmeno fallo.
Una disparità di giudizio e una mancata uniformità nella valutazione di casi analoghi che quasi sempre viene interpretata in maniera favorevole per alcune squadre e negativa per altre. Dopo numerose prove sembra sempre più complicato parlare di casualità, ma alla buona fede di chi dirige conviene ancora credere, almeno fino a prova contraria.
A meno che i condizionamenti giunti da certi loschi figuri (e dei quali magicamente già non si parla più) non abbiano travalicato i confini noti e siano giunti anche in "mondi confinanti". Ma questo solo un'inchiesta vera, condotta da magistrati seri, potrà eventualmente rivelarcelo. Pertanto, auguri a tutti noi.
Con l'ennesimo passo falso casalingo del suo inizio di stagione, la Juventus sembra aver già abdicato a tutti i sogni di gloria fatti in estate e i sette punti di distacco rimediati dal Napoli appaiono oggi una montagna ardua da scalare.
Contro il Parma, la Signora ha mandato in scena gli stessi preoccupanti limiti difensivi, scoppiati come un bubbone maleodorante dopo l'infortunio di Bremer. Sotto due volte nel punteggio, gli uomini di Thiago Motta si sono dimostrati abili a recuperare, producendo anche discrete occasioni per vincere la partita, ma hanno rischiato di subire anche la terza rete in contropiede in un paio di occasioni.
L'immagine che si ha oggi della squadra è di una compagine che, dopo aver trovato un faticoso equilibrio nelle settimane passate, lo ha improvvisamente perso, da un punto di vista fisico, dell'organizzazione e mentale.
Le buone cose tuttavia rimangono, come l'imbattibilità in campionato (unica squadra della Serie A a non aver ancora perso), un gioco a tratti piacevole e una mentalità offensiva. I più ottimisti sostengono che se il tecnico italo-brasiliano riuscirà di nuovo a trovare la quadratura del cerchio, soprattutto a livello difensivo, la squadra bianconera potrà inanellare una serie di risultati utili che raddrizzino la stagione.
D'altro canto, i più pessimisti già intravedono i fantasmi delle annate peggiori, quelli delle guide Del Neri, Zaccheroni o addirittura Maifredi. Tuttavia, chiedere l'impiego costante dei giovani, anche in sfide delicate, e pretendere l'assenza di passi falsi, appare oggi qualcosa al di là delle effettive possibilità.
Il piano di crescita deve essere visto a medio termine, onde evitare di ripetere sempre gli stessi errori di programmazione già rimediati con Sarri e Pirlo. Piena fiducia a Thiago Motta: per quest'anno si guardi in faccia la realtà, si pensi a sviluppare la mentalità e a far crescere i giovani, puntando al quarto posto e a far più strada possibile in Champions League. Il prossimo si vedrà.
La storia di Gian Piero Gasperini con l'Atalanta dura ormai da nove stagioni. Oltre ad una crescita costante, che ha portato i bergamaschi ad essere considerati uno dei team più rispettabili d'Europa, l'allenatore piemontese ha dovuto praticamente ogni anno far fronte ad una mini rivoluzione della squadra, cosa che lo ha costretto spesso a ripartire da zero. A volte l'Atalanta stecca, altre ci mette un po' a carburare, ma a conti fatti alla fine del campionato è sempre lì, nelle primissime posizioni, a guadagnarsi di diritto un posto in Europa. Quest'anno le cose sembrano essere andate più o meno come sempre, ma attenzione perché se la Dea ha già trovato una quadra apprezzabile per il resto della stagione, potrebbero essere dolori per tutti.
Non è mai bello autocitarsi, ma le parole appena lette le ho scritte qualche giorno fa, in occasione dell'ultimo numero di Serie A Chronicles. Ho scelto di non cambiarle di una virgola, un po' per pigrizia, un po' perché non ne trovo di migliori per descrivere il processo di maturazione dell'Atalanta.
Avere i bergamaschi già così in alto, a questo punto della stagione, dovrebbe far preoccupare tutti. La squadra è collaudata e guidata da un grande tecnico: domenica a Napoli ci sarà da divertirsi.
Dopo un'inizio in chiaroscuro, Fiorentina e Lazio sembrano aver trovato la giusta dimensione e gli equilibri adatti per dire la loro in campionato. Se i viola sono riusciti a spuntarla a Genova solo nel secondo tempo, anche grazie alle parate finali di un super De Gea, ottima è sembrata la prova di forza della Lazio a Como, specialmente nel secondo tempo, quando un espulsione per parte ha permesso alle squadre di giocare con più spazio.
Le due formazioni si trovano ora appaiate al quarto posto, un punto sopra la Juventus. Difficile prevedere quanto potranno durare così in alto, ma per il momento per entrambe si tratta di un inizio sensazionale che supera ogni aspettativa.
Neanche il tempo di rifiatare che è già ora di parlare dell'undicesima giornata! Occhi puntati naturalmente sul big match del Maradona tra Napoli e Atalanta, con il turno che appare favorevole all'Inter, chiamata ad ospitare il Venezia.
Non può più sbagliare la Juventus, obbligata alla vittoria in quel di Udine per non sprofondare nella prima vera crisi di stagione, così come il Milan, che chiederà strada ai "cugini" del Monza.
Proseguirà la cavalcata di Lazio e Fiorentina? Sulla carta gli avversari proposti dal calendario per l'undicesimo turno, rispettivamente Cagliari e Torino FC, appaiono tutt'altro che irresistibili, ma alle sorprese ormai dovremmo esserci abituati.
Statemi bene, alla prossima!
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