Per gli amici si interpreta, per i nemici si applica - For friends it interprets, for enemies it applies [MULTILANGUAGE]

in Italy3 days ago (edited)

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Lautaro Martinez. Sebas, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons

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ENNESIMO COLPO DI SPUGNA

Domenica scorsa, al termine della partita persa dall'Inter sul campo della Juventus, il capitano nerazzurro, Lautaro Martinez si è lasciato andare a vibranti proteste nei confronti dell'arbitro che ha diretto l'incontro, il signor Maurizio Mariani della sezione AIA di Roma.

Il comportamento dell'attaccante argentino è risultato piuttosto strano, alla luce soprattutto dell'assenza di veri episodi da moviola all'interno del match, ma ancora peggio sono state le plateali bestemmie a favor di telecamera con le quali il numero dieci interista si è congedato dal prato verde dell'impianto torinese.

Oltre ad incarnare un palese gesto di maleducazione e di mancanza di rispetto nei confronti di milioni di credenti, nonché rappresentare un pessimo esempio per i giovani, il comportamento di Lautaro Martinez ha violato anche una precisa norma federale, l'art. 37 del codice di giustizia sportiva, che vieta l'uso di espressioni blasfeme durante le gare.

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Gigi Buffon, ТОВ "Динамоманія", CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

La sanzione prevista per questo tipo di comportamento è la squalifica diretta per almeno una giornata, ma trattandosi di comportamento reiterato, aggravato dal ruolo di capitano che l'argentino riveste nell'Inter, non sarebbe illogico trovarsi di fronte ad una decisione che aumenti la sanzione a due o più giornate.

La norma è stata introdotta in Italia dal 2010 e in passato diversi calciatori, più o meno illustri, come Davide Lanzafame, Stefano Turati e Gigi Buffon, sono stati squalificati grazie alla prova televisiva proprio per la sua infrazione.

Tuttavia, la cheerleader rosa, definizione azzeccatissima coniata dal NY Times per il giornalaccio sbiadito di proprietà del "bovino" Urbano Cairo, in queste ore ci ha già fatto sapere, quasi a mo' di pizzino a chi di dovere, che per Lautaro Martinez andrà in modo diverso e che non ci sarà alcuna squalifica.

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Bryan Cristante (a sinistra), Werner100359, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Motivo addotto a suffragio di tale tesi? Lo stesso che, dopo una lunga serie di squalifiche inflitte in casi del genere, avrebbe per la prima volta salvato a maggio il romanista Bryan Cristante, ovvero l'assenza di audio che accompagni le immagini e che stabilisca in maniera inequivocabile l'entità delle parole pronunciate dall'attaccante argentino.

Curioso che in uno stadio all'avanguardia come l'Allianz Stadium di Torino, dotato di oltre trenta microfoni direzionali, nessuno di questi abbia catturato le emissioni vocali di Lautaro Martinez, ma a ben leggere le poche righe della norma questa interpretazione non avrebbe in ogni caso nulla di attinente al regolamento.

Ecco l'articolo 37 del codice di giustizia sportiva (potete scaricare QUI l'intero regolamento federale):

Art. 37: In caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta: a) ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata; b) agli altri soggetti ammessi, ai sensi della normativa federale, nel recinto di gioco, la sanzione della inibizione.

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Stefano Turati, Antonio Fraioli, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Come si può vedere, nel testo della norma non esiste in realtà alcun accenno alla necessaria presenza di un audio che accompagni le immagini, così come in più di una circostanza si è proceduto ad accuse sportive sulla base di semplici deduzioni in stile "non poteva non sapere". Del resto, non ci era sempre stato raccontato che la giustizia sportiva funziona un po' al contrario di quella ordinaria e che l'onere della prova è in capo all'imputato?

Sì, ma solo fino allo scorso marzo, quando per salvare da una lunga squalifica l'altro interista, Francesco Acerbi, reo di aver pronunciato espressioni razziste dirette al giocatore del Napoli, Juan Jesus, il giudice sportivo si inventò uno straordinario avvitamento carpiato attorno al regolamento, assolvendo il difensore nerazzurro, per la prima volta nella storia, per mancanza di immagini inequivocabili o altre prove certe.

E questo nonostante le rimostranze fatte dallo stesso Juan Jesus all'arbitro dell'incontro e le scuse rivolte a fine gara da Acerbi al collega, con tanto di frase auto-accusatoria perfettamente colta dalle telecamere: "Scusa, io non sono razzista".

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A destra, in maglia bianca, FRancesco Acerbi. Werner100359, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Ecco spiegato l'arcano: esiste un regolamento prima ed uno dopo "Acerbi", che ha stravolto e modificato in un ulteriore imbruttimento il prodotto. Cristante sarebbe senz'altro stato squalificato, ma per sua fortuna ha agito dopo l'ennesima sanatoria in salsa nerazzurra, quella che ovviamente eviterà la squalifica anche a Lautaro Martinez.

E che, d'ora in avanti, probabilmente permetterà i rapporti con la criminalità organizzata o la mancanza di coperture finanziarie per l'iscrizione al campionato. E in futuro, chissà, anche i goal segnati con la mano, qualora dovessero servire ad ottenere uno specifico risultato.

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I wonder if there will ever be a time that Italian football will be free from corruption... or the feeling from fans that the game is corrupt.

Only last week, we saw Arne Slot sent off after the final whistle for appearing to be rude at the referee. To viewers, it looked inoccuous.

But if a referree is scared of the mafia or other criminal organisation, of course they'll always be afraid to do this.

 2 days ago 

But if a referree is scared of the mafia or other criminal organisation, of course they'll always be afraid to do this.

This is the central point. Some newspapers, the pink one leading the way, are trying to convince us that the collusion between the mafia, Inter ultras, players, and club officials was not such a serious matter after all.
They are attempting to push the narrative that, yes, the rule prohibiting direct relationships between players and organised fan groups was broken, but that everything can be resolved with just a couple of match bans.
But the mafia is involved here! The mafia, through the ultras, was doing business with the Inter world by reselling tickets at ten times the price, managing the San Siro stadium car parks, the market stalls, and even the club’s official merchandise.
The mafia had every interest in ensuring the team won as much as possible. Players who refused to renew their contracts, like Skriniar and Lukaku, were made to meet the ultras to be pressured with threats, followed by defamatory media campaigns.
I am fairly certain that such methods have also been used over the years with referees.

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 2 days ago 

Hi @sduttaskitchen, thank you, I appreciate it so much!