Come se non fossero bastate le parole pronunciate qualche giorno fa da uno dei membri dell'UEFA, Evelina Christillin, che aveva apertamente parlato di possibile intervento da Nyon, volto ad escludere la Juventus dalle competizioni europee anche a causa degli scarsi rapporti tra le due entità, è arrivato sul tema, nella giornata di ieri, un imbarazzante articolo, a firma Marco Guidi.

Il quotidiano in questione, chiamato ad ospitare quello che considero probabilmente il punto più basso della storia del giornalismo italiano, non poteva che essere quello rosa, stampato a Milano e di proprietà del presidente del Torino FC, Urbano Cairo, giornale che da tempo ha abdicato al nobile ruolo di principale testata sportiva tricolore per diventare megafono dei vari poteri calcistici sparsi per l'Europa nonché del sempre più arrabbiato serbatoio anti-juventino.

E sulle stesse colonne in cui negli anni '80 e '90 si potevano trovare le analisi precise ed equidistanti di grandi firme come Gianni Brera, Mario Fossati o Paolo Mosca, oggi il lettore medio invece è costretto ad imbattersi in titoli come quello in questione, che a mo' di minaccia recita testualmente:

Juve, passo indietro sulla Superlega o arriverà la stangata in Europa!

_{Il presidente dell'UEFA, Alexander Ceferin, Кирилл Венедиктов, CC BY-SA 3.0 GFDL, attraverso Wikimedia Commons/sub>}

Che dietro ai ridicoli processi sulle plusvalenze o sulla manovra stipendi e il via vai di punti prima tolti, poi ridati, poi di nuovo sottratti alla Signora, ci fosse la mano di Ceferin e soci, era storia francamente nota a chi abbia avuto anche solo la minima voglia di aprire gli occhi in questi mesi, ma vederlo ammettere così candidamente su un giornale italiano, che invece di indignarsi per l'ignobile ricatto si è prestato a fungere da braccio armato dell'UEFA, è un qualcosa che va oltre a tutto il disgusto causato fin qui da questa storia.

La giustizia alla quale le squadre dovrebbero sottostare, nel favoloso mondo di Gravina e del dittatore sloveno, ha definitivamente gettato la maschera: non importa essere colpevoli o meno, l'aver più o meno infranto norme, che esse esistano o che vengano accomodate alla bisogna, purché si rimanga allineati con i dettami di chi si è autoproclamato padrone del calcio europeo.

Se disposti a baciare la mano del boss, come fatto dai vari Al Khelaifi o, più recentemente, dal presidente del Barcellona, Juan Laporta, non esiste Fair Play Finanziario o corruzione arbitrale che possa spaventare, ma in caso contrario, è bene prepararsi a scavare la propria fossa. Il calcio del popolo.

Voci di protesta di fronte allo sdoganamento di questo sistema paramafioso (non trovo termini migliori per definirlo) se ne sono sollevate pochissime, e tra di esse è mancata proprio la più importante, quella del presidente federale, Gabriele Gravina, totalmente asservito all'UEFA, organo del quale non a caso è stato premiato con la vice-presidenza.

Possibile tuttavia che Ceferin sia così disperato da dover ricorrere a tutti gli stratagemmi possibili e immaginabili per cercare di cancellare definitivamente la Super League. Che la belva ferita si agiti molto di più in punto di morte, lo abbiamo imparato dalle favole di Esopo e a giudicare dalle ultime notizie, pare proprio che un qualcosa di clamoroso potrebbe presto accadere.

Voci sempre più insistenti vedono in aumento le possibilità che l'Alta Corte Europea si pronunci a luglio a favore della Super League, cosa che verrebbe confermata anche dal netto rifiuto del CEO della nuova competizione, Berndt Reichart, nell'accettare la presidenza della Bundesliga, a lui offerta disperatamente nelle ultime ore come estremo tentativo di azzoppare il nemico.

Insomma, dopo i ricatti, anche una specie di blanda corruzione, seppur legale e alla luce del sole, da parte di chi sente probabilmente sempre più forte il ticchettio dell'orologio. Sui social sta rimbalzando inoltre nelle ultime ore una incredibile indiscrezione, per il momento non riportata da alcun giornale: la FIFA starebbe indagando sull'ipotesi di combine in alcune gare di Champions League, nonché sui sorteggi.

Per il momento, nonostante le ricerche, non ho trovato fonti attendibili che possano confermare questa clamorosa teoria, ma il tutto porterebbe ad una splendida quadratura del cerchio e al riposizionamento di chi, come Infantino, è da sempre abituato a salire in fretta sul carro del vincitore.

Statemi bene, alla prossima!