1 maggio 2025, giorno in cui il calcio italiano è definitivamente morto - 1 May 2025, the day Italian football finally died
Foto di Pete Linforth da Pixabay

ABBIAMO CHIUSO |
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A "caldo" avevo pensato di iniziare questo post inserendo nel titolo o nelle prime righe del testo frasi "shock", quali "non seguirò mai più il calcio" o "questo è il mio ultimo post calcistico", accompagnate da altre menate del genere che solitamente finiscono in breve per ritorcersi contro chi le scrive.
Fermarsi a contare fino a cento (ma forse anche fino a mille, in alcuni casi) rimane, a mio modo di vedere le cose, la strategia migliore quando ci si sente scossi da qualche fastidiosa emozione, che sia essa la rabbia, l'irritazione, la delusione o altro.
Ergo, essendo giunto già a quota millemila, penso di possedere la freddezza necessaria per stabilire che il calcio rimarrà sempre per me una grande passione, con la quale emozionarmi ancora numerose volte nei giorni che avrò la grazia di trascorrere sulla Terra, ma che allo stato attuale, almeno a certi livelli, mostra una credibilità simile a quella del Wrestling.
Foto di Horacio Ramón da Pixabay
E questa convinzione è derivata, ahimè, non dall'assunto che la mia squadra del cuore se la passi piuttosto male da anni, come qualche malizioso potrebbe sospettare, ma da fatti reali, accertati ed incontrovertibili.
Ieri pomeriggio in particolar modo ci è stata violentemente sbattuta in faccia la dimostrazione lampante (l'ennesima, per la verità) di come, in questo momento, le istituzioni calcistiche nostrane siano occupate militarmente da una società, l'Inter, alla quale viene perdonato di tutto e per la quale il trattamento si rivela sempre diverso da quello riservato alle altre squadre.
Forse chi segue le vicende calcistiche italiane con poco interesse potrà trovare utile, prima di analizzare l'ultima perla di ieri, una specie di recap di quanto accaduto nel magico ed intoccabile universo nerazzurro, solo negli ultimi mesi:
Foto di Omar Medina da Pixabay
Iscrizione al campionato nonostante le mancate coperture finanziarie previste dai regolamenti federali. La società Gran Tower, che doveva garantire per l'Inter, era in realtà una scatola vuota che non pubblicava bilanci da diversi anni e il pignoramento delle quote, passate ad Oaktree un anno fa a seguito della mancata restituzione del prestito, ha testimoniato lo stato di insolvenza nel quale la società versava.
I debiti miliardari e un patrimonio netto negativo tuttavia non hanno impedito all'Inter di operare sul mercato, mentre molte altre società sono state limitate o addirittura fatte fallire anche a fronte di situazioni finanziarie decisamente meno gravi.
Plusvalenze fittizie certificate nello scambio di giocatori con altre società a prezzi gonfiati, per le quali tuttavia, a differenza di quanto accaduto ad altri club, il processo sportivo non si è mai aperto.
Falso in bilancio, con l'iscrizione tra gli utili dei ricavi mai ricevuti da uno sponsor fantasma (Digitalbits), fatto anch'esso del tutto ignorato dalle istituzioni sportive.
Main sponsor di maglia illegale per la legge italiana, in quanto riferito ad una società di betting (Bettson). Divieto aggirato con la sponsorizzazione reindirizzata su una pagina di infotainment (Bettson.sport) priva di alcun contenuto e palesemente creata solo per fornire una copertura legale alla vicenda.
Nomi di presidenti di altri club di Serie A (Giulini del Cagliari) presenti nella lista degli azionisti dell'Inter, cosa vietatissima per ovvie ragioni e che avrebbe dovuto comportare la retrocessione di entrambi i club.
Giocatori rei di comportamenti razzisti (Acerbi) o blasfemi (Lautaro Martinez e da ultimo Bisseck) che non vengono squalificati perché, casualmente, non si riescono mai a trovare le prove audio o perché, come nel caso di Lautaro, si concede per la prima volta nella storia per un'infrazione simile, la possibilità di patteggiamento.
Arbitri che vengono fermati o retrocessi e inibiti dall'arbitrare l'Inter per anni nel caso in cui commettano presunti errori ai danni della società nerazzurra. Gli stessi fischietti che, per errori ben più gravi commessi nei confronti di altre squadre, non vengono mai sanzionati dall'AIA.
Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay
Una lista impressionante di irregolarità conclamate, compilata tralasciando le situazioni minori, come lo sponsor di manica assegnato ad una società che non ha il permesso di operare in Italia, o quelle più vecchie, come le telefonate tenute nascoste di Calciopoli e che avrebbero spedito l'Inter in Serie B per illecito sportivo, come sancito dalla relazione dell'ex procuratore federale Stefano Palazzi.
Ma il bello viene adesso, perché alla suddetta lista manca l'ultima, la più grave ed imbarazzante, quella dei rapporti con la malavita organizzata. Negli scorsi mesi infatti gli inquirenti hanno scoperto che diversi esponenti societari, come il presidente Beppe Marotta, il vice-presidente Javier Zanetti, l'allenatore Simone Inzaghi ed altri calcatori del calibro di Calahnoglu e Barella, intrattenevano costanti rapporti con gli ultras.
La cosa è espressamente vietata dai regolamenti federali, onde evitare ai tesserati qualsivoglia condizionamento proveniente dall'ambiente del tifo, specialmente quando legato a clan mafiosi, come appurato nel caso dell'Inter. Sui membri nerazzurri appena citati esistono prove di favoreggiamenti alle attività criminali dei clan, tramite la fornitura di biglietti extra destinati al bagarinaggio o addirittura la concessione della gestione del merchandising ufficiale del club.
Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay
E in cambio gli ultras, di tanto in tanto, si offrivano di ricambiare il servizio con chiacchierate "amichevoli" con quei giocatori, come Skriniar o Lukaku, che non avevano intenzione di rinnovare il contratto. La mafia è penetrata nei gangli del sistema Inter fin nel profondo, arrivando a far assumere in società parenti stretti dei capi ultras o trasformando alcuni di essi in giornalisti, da spedire nelle redazioni dei più famosi quotidiani sportivi.
Un condizionamento dimostrato ma che Dio solo sa a che punto possa realmente essere giunto. Del resto la mafia ha un solo obiettivo: fare soldi, in qualunque maniera. Non mi stupirei affatto se si scoprisse un giorno che le minacce e le intimidazioni avevano raggiunto anche arbitri o calciatori avversari, alla fine di spianare la strada all'Inter.
Stiamo parlando di reati gravissimi, come il favoreggiamento alla mafia, che in passato, anche solo di fronte ad un semplice sospetto, ha stravolto la vita ad aziende ed imprenditori. Tutto ciò, nelle previsioni della quasi totalità degli esperti, avrebbe dovuto comportare conseguenze devastanti per l'Inter, con la migliore delle ipotesi relativa ad una penalizzazione di almeno una trentina di punti e quella peggiore persino alla retrocessione o alla radiazione.
Foto di Phillip Kofler da Pixabay
Ma, come ormai tutti abbiamo compreso, con alcuni le cose non vanno mai nel modo previsto. Dopo mesi di proroghe e rinvii, la sentenza è arrivata ieri ed è stata emessa in base al patteggiamento accordato tra la procura federale e il club: una giornata di squalifica (più una multa) per Inzaghi, Zanetti e Calahnoglu, solo un'ammenda per la società. E per il capo dei capi, Beppe Marotta? Ovviamente, assoluzione.
Qui la montagna non ha partorito nemmeno il topolino, ma al massimo una formica, un semplice buffetto, da scontare in una facile gara casalinga, come quella che l'Inter disputerà sabato con il Verona. E le incongruenze di questa vicenda si moltiplicano tornando indietro nel tempo, al 2017, quando un caso analogo scosse il calcio italiano.
La Juventus denunciò infatti i comportamenti ricattatori dei propri ultras, che proprio come accaduto a quelli dell'Inter pretendevano dalla società diversi favori, come biglietti gratuiti, agevolazione per le trasferte, percentuali sui ricavi del merchandising venduto all'interno dello stadio e altre cose del genere.
Foto di Phillip Kofler da Pixabay
Nonostante fosse, a differenza di quanto accaduto all'Inter, parte lesa nella vicenda e non connivente, l'allora presidente bianconero, Andrea Agnelli, venne inizialmente squalificato per 12 mesi, poi ridotti a tre in appello, mentre la richiesta del procuratore federale Pecoraro parlò addirittura di 30.
Per la procura federale di allora, nella quale lo stesso Chinè ricopriva il ruolo di vice-procuratore, Agnelli "non poteva non sapere", beneficio del dubbio che invece è stato, nemmeno a dirlo, concesso a Marotta, pur in un dimostrato atteggiamento di connivenza.
Due pesi e due misure, o forse a questo punto è più giusto dire due maglie e due misure. Ah, e nel caso fosse sfuggito a qualcuno, la sentenza è arrivata proprio ieri, primo maggio, con le persone impegnate nelle scampagnate di famiglia e con le redazioni dei giornali in vacanza.
Signore e signori, chi ci crede ancora ha la mia stima per il coraggio, nonché la mia invidia, ma personalmente credo che il circo abbia chiuso definitivamente ieri, 1 maggio 2025.
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It was one heck of a game on Tuesday night though!
Hopefully it'll be a good final with PSG - I suspect PSG will be favourites to win that.
Don't you worry - corruption or not, Juve will return to the top.
Sorry my friend, but I, Juve or not Juve, don't believe in it anymore.
Tuesday every refereeing decision has been one-sided, Ceferin in the stands, as if to check that orders were respected...
And, lucky for you, you did not listen to the Italian commentary of the event. I've been watching football for a few decades, but not even in 2006 or 2021 for the national team did the commentators shout and cheer like this. Inter has become a kind of "state team".
Inter are on the brink of bankruptcy, they need to keep them going as much as possible, but you're probably right, against Al Khelaifi it's a good fight between mafiosi 😄