Henry, Pyrgus, il signor Fogarty, una banda di sgherri e un intrico di mondi paralleli, figure mitologiche, sovrani, demoni e tante faide mai sopite. Portali che rimandano tra i mondi, dissapori che alimentano l'odio di universi dove fazioni distinte aspettano soltanto la scusa più banale per scatenare l'inferno. Accanto a ciò, un mondo reale dove la scienza sconfina nell'immaginario, diventando l'unico mezzo utile per raggiungerlo.

Una miscela che a primo impatto sembra abbastanza routinaria per il genere in esame, ma che sfocia poi in uno sviluppo interessante: pieno di richiami al mondo vero, miscelato con ambientazioni fantasy molto "seriose" contrapposte ad altre molto stonanti; stonanti, sì, ma solo sulle prime. Per chi apprezza particolarità simili, queste discrepanze diventano infatti il punto cardine dei tratti originali del romanzo; donano la marcia in più che permette di differenziare questo da mille altri fantasy dall'aspetto monotono, con tante battaglie e intrighi basati su uno stesso stampo.

Lo stile di scrittura è a parere mio accettabile. Non posso definirlo brillante, ma rientra in quella che penso essere la media. In questi casi è la trama che deve richiamare l'attenzione del lettore e il libro riesce a farlo egregiamente. In definitiva, il libro mi è piaciuto.