IL MARKETING E’ L’UNICA COSA CHE CONTA? PARLIAMO DEL BILANCIO DI FRIENDZ S.R.L.
In questi giorni si è sentito molto parlare di questo nuovo progetto che il 1 Marzo 2018 inizierà a raccogliere capitali di finanziamento tramite il metodo della Initial Coin Offer.
Il mercato delle ICO, ad oggi, è evidentemente nella sua fase più inquinata, se lo si confronta con la sua nascita, e le accortezze prima di decidere di investire non sono mai troppe. In questo caso ci troviamo a parlare della ICO italiana più chiacchierata del momento.
La prima cosa che si va a guardare nel processo di analisi è certamente il sito web e il whitepaper che colpiscono subito per le loro attraenti vesti grafiche. Una comunicazione “top” su tutti i media e la dimostrazione di grandi risultati aziendali hanno convinto tantissimi utenti che si sono riversati a migliaia sui canali ufficiali.
Per chi non conosce il mercato, va specificato che, nella maggior parte dei casi, quando un utente decide di fare un investimento su una ICO basa le sue motivazioni su progetti che millantano invenzioni avveniristiche ma che in concreto non presentano una società con un trascorso alle spalle come Friendz.
Se abbiamo un azienda allora abbiamo un bilancio e una serie di documenti che in qualità di s.r.l. la società è obbligata o esortata a produrre.
Oggi in data 22 febbraio 2018 non sono stati ancora pubblicati i dati riguardanti il bilancio dell’esercizio 2017 ma sono disponibili presso la Camera di Commercio gli esercizi 2015 e 2016 che riportano dati ben lontani da quelli di un’azienda solida.
Non possiamo sapere cosa sia successo alla società nell’esercizio 2017 ma ne possiamo rilevare i tratti salienti del 2016:
• Patrimonio netto: con una compagine sociale di 8 persone, sono stati versati 138€ di capitale sociale, un dato pronto ad evidenziare il particolare formato societario della s.r.l semplificata o con capitale ridotto. A soccorrere questo inconsistente valore c’è la riserva da sovrapprezzo delle azioni evidentemente necessaria per coprire le corpose perdite di entrambi gli esercizi considerati. Nonostante ciò a fine esercizio questa risulterebbe più che dimezzata e, nell’esercizio successivo, probabilmente sarà ritenuto opportuno un nuovo conferimento di capitale di credito o di rischio.
• Debiti: in nota integrativa si specifica che la società non gode di nessun tipo di debito di durata superiore a 5 anni e che non gravano garanzie reali sui beni sociali. Nonostante ciò, la mole dei debiti è cresciuta sensibilmente ma che, a questo punto, sembrerebbero essere tutti debiti di breve periodo nascenti probabilmente da fornitori o da altri costi di tipo operativo. Questa situazione debitoria è abbastanza importante se si prendono in considerazione i mezzi propri e, da questa situazione, ne consegue una scarsa flessibilità nel reperimento delle fonti di finanziamento.
• Attivo immobilizzato: il settore in cui opera la società è spesso caratterizzato da perdite di esercizio che si ripetono anche per diversi anni a causa dei processi produttivi particolarmente innovativi che scaturiscono grossi investimenti in immobilizzazioni. In questo caso gli investimenti in immobilizzazioni non sembrano spiccare in bilancio ma sono comunque presenti.
• Attivo circolante: sono aumentati i crediti esigibili entro l’esercizio successivo che vanno a sincronizzarsi adeguatamente con i debiti a breve termine. Questo dato porta conferma dell’equilibrio finanziario delle entrate e delle uscite operative che riguardano il core business dell’azienda.
• Gestione reddituale: il conto economico ci mostra che le perdite vengono causate principalmente dalla gestione caratteristica corrente dove molto semplicemente i costi di produzione sono maggiori dei ricavi di vendita
Dunque, la società non ci mostra la tanto promessa solidità, almeno nell’anno 2016, tuttavia troviamo una buona gestione finanziaria nel breve periodo ma che dal punto di vista reddituale (costi e ricavi) si dimostra catastrofica. Non altrettanto buona è la gestione finanziaria del lungo periodo che mostra una particolare situazione debitoria in cui non ci sono debiti finanziari, elementi del bilancio che sarebbero molto funzionali all’attuazione di investimenti e alla copertura delle perdite.
La domanda che sorge spontanea è: non vuole o non può indebitarsi? In effetti, la situazione della solvibilità non è delle più rosee e nell’esercizio 2017 l’azienda potrebbe avere problemi a reperire capitali di credito in modo convenzionale.
In conclusione, che l’Initial Coin Offer sia l’unico modo di finanziarsi per non chiudere baracca?
Sta a voi cercare di capire quanto queste persone stiano cercando, in buona o cattiva fede, di sfruttare l’adrenalinico e inesperto mercato delle ICO.
Questi dati e giudizi che ho riportato sono interamente frutto di mie valutazioni che non presuppongono in nessun modo uno studio autonomo dell’investimento e di tutte le variabili che lo influenzano.
Che l’anno 2017 abbia portato con sè un completo rinnovamento del core business aziendale?
Spero proprio di sì. Infatti, mantenendo lo stesso processo di produzione del valore aggiunto, si va incontro solamente alla distruzione di liquidità e sarebbe un miracolo affrontare con questi presupposti gli esercizi futuri.
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