Illimitata disponibilità
Il prezzo di mercato
Una delle principali variabili che determina il prezzo di una criptovaluta è il proprio mercato di riferimento. Analogamente ai canonici sistemi economici, anche quelli di criptovalute sollecitano i potenziali utenti a spendere la valuta all’interno del proprio circuito così da potergli fornire prodotti e servizi di cui vi è domanda. Forniscono quindi sistemi paralleli a quelli esistenti, ma supportati da una differente infrastruttura, la blockchain. La tipologia e la frequenza di utilizzo di una criptovaluta ne determina il potere d’acquisto esattamente come per le valute classiche, ma senza la giurisdizione di un ente centrale.
Il modello speculativo
C’è però un punto di particolare di interesse nel panorama attuale che determina l’utilizzo di una criptovaluta: la speculazione. Il valore delle attuali criptovalute quotate sugli exchange è in parte - se non totalmente - determinato dalle ingenti somme di denaro investite con il solo scopo di un rapido ritorno in moneta, com’è accaduto per il fenomeno mediatico Bitcoin. Sulla scia della prima criptovaluta sono stati lanciati altri sistemi “cloni”, talvolta creati al solo scopo di offrire tassi d’interesse estremamente alti a fronte di oscillazioni altrettanto instabili.
Verso mercati concreti
Con il passare del tempo, la blockchain, è stata rivalutata per le sue straordinarie potenzialità, tant'è che si è trovato il modo di applicarla ad ogni contesto: dalla vendita di automobili al sostegno della comunità scientifica, dagli appuntamenti a luci rosse alla vendita di carne. Ciò è stato possibile anche grazie al supporto della ricerca, che ha permesso il miglioramento e la nascita di infrastrutture sempre più efficienti in termini di rapidità di validazione, di scalabilità ed utilizzo da parte di utenti non esperti. Ciò ha inciso significativamente anche sul prezzo di vendita di una criptovaluta durante la fase di vendita del token. Il prezzo di lancio di una criptovaluta è definito in base a diversi parametri, tra i quali la validità del sistema in cui si muove, il mercato di riferimento e la disponibilità massima del token. Quest’ultima, secondo le attuali leggi di mercato, definisce una parte del suo valore, in quanto un qualsiasi bene di limitata disponibilità subisce un incremento di prezzo in presenza di un’alta domanda, come accade per i diamanti naturali. Il Bitcoin, senza considera le sue fork, ha una disponibilità massima di token di 21 milioni di unità contro le 84 di Litecoin o le 100 miliardi del Ripple. Caso unico quello di Ethereum che non offre una disponibilità massima di token, lasciando un dilemma aperto: com’è possibile limitare l’inflazione senza la definizione di una disponibilità massima?
Il problema dell'inflazione
La risposta alla domanda precedente non ha carattere esclusivamente economico in quanto a produrre ETH non è un ente centrale, ma la comunità che dispone della potenza di calcolo necessaria a garantire il funzionamento del sistema tramite una funzione di proof-of-work. In pratica, la quantità di moneta prodotta è equivalente al lavoro computazionale svolto. Difatti, produrre qualsiasi moneta senza alcun costo - quindi senza alcuna difficoltà nella sua produzione - non le conferisce valore, creando di fatto “carta straccio”. Alla luce di ciò, per poter creare un token che non abbia una disponibilità massima e che abbia una minima inflazione controllata è necessario definire altri tipi di limiti che differiscano dal solo concetto di capitale. Uno tra questi potrebbe essere l’insieme degli stessi limiti umani, come ad esempio l’impossibilità di essere presenti in più luoghi contemporaneamente o viaggiare per migliaia di chilometri in pochi secondi.
La proof-of-location come nuova “prova di lavoro”
Definire il luogo e l’orario di un incontro, prendere in considerazione gli eventuali imprevisti, spendere in mezzi di trasporto per giungere a destinazione, preparare un discorso articolato ed interessante, consumare nei luoghi interessai o liberarsi dei propri impegni sono solo alcuni dei lavori da svolgere per poter dedicare il proprio tempo alle altre persone, poiché è nell’utilizzo del tempo che si definisce il compenso che dovrebbe percepire una persona. Ore di lavoro spese nella produzione di un bene sono quantificabili con le stesse ore di lavoro spese per il bene della propria comunità poiché entrambe richiedono un costo in tempo ed energia. Ma piuttosto che concentrarci sulla sola possibilità di essere impiegati nell’offerta di prodotto o un servizio, i cui valori totali sono sempre superiori al compenso guadagnato per creali, vogliamo invece offrire un sistema retributivo che rispetti le stesse leggi di mercato, ma che richieda, semplicemente, un lavoro diverso, invece di sfruttare la capacità computazionale delle macchine o il tempo e l’energia di un dipendente che assembla su una catena di montaggio.