La paranza dei bambini

in #aaa5 years ago

Difficile parlare di un film come "La Paranza dei bambini" senza pensare a Gomorra, senza inevitabilmente confrontarla con Gomorra il film e sopratutto con Gomorra la serie.

A dirla tutta l'opera di Claudio Giovannesi sembra essere un'estensione di quei prodotti, o a voler essere ancora più precisi una sorta di spinoff.

Dal quadro immenso dipinto nella serie di Stefano Sollima tratta dal libro di Roberto Saviano, si scivola nel micro, cercando di inquadrare al meglio e con spietatezza il fenomeno dei "Guaglioni ra paranza", termine con il quale si vogliono etichettare quei ragazzi, quei bambini, quasi sempre minorenni che senza futuro e senza scelta, orfani dei loro padri, finiscono, volenti o nolenti nelle mani della criminalità o come sempre più spesso sta accadendo finiscono per diventare essi stessi la criminalità, addirittura riuscendo ad occupare posti di rilievo nel sistema camorristico campano odierno.

Per chi ha amato i libri di Saviano sul tema, per chi ha adorato il film di Garrone e per chi ha osannato la serie di Sollima, il film di Giovannesi non aggiunge nulla di nuovo al contesto.

Lo sguardo è lo stesso, spietato e incalzante, ma con un personaggio su tutti che viene coperto da venature quasi romantiche, quasi eroiche. Il quindicenne Nicola, interpretato da un soprendente esordiente come Francesco Di Napoli, è infatti un ragazzo che entra nel giro camorristico suo malgrado ma lo fa per cambiare lo status quo.

Stanco di vedere brutti ceffi aggirarsi nel quartiere, stanco di assistere alle estorsioni perpretrate ai danni di sua madre, proprietaria di una lavanderia, e stanco di non avere un soldo bucato per poter partecipare a serate in discoteca o per poter acquistare le Nike che tanto vorrebbe, decide di tuffarsi nel regno criminale napoletano.

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Lo fa per cambiare le cose.

La sua idea sarebbe quella di salire al potere e smetterla di estorcere soldi alla sua stessa gente, di imporre tasse a negozianti ed ambulanti e finirla con minacce e assassini.

Riuscirà a metà nel suo intento, dovendo sbattere contro l'avidità dei suoi stessi compagni di viaggio e contro la ferocia di un mondo che non ammette repliche, all'interno del quale l'unica moneta conosciuta è la violenza.

Un antieroe romantico che nel suo percorso troverà l'amore, il rispetto, il potere ma perderà la sua umanità, i pochi valori che lo contraddistinguevano, perchè come sempre accade in queste situazioni o sei incudine o martello e se diventi martello devi picchiare duro per far si che gli altri ti temano, ti ascoltino, ti rispettano.

Ancora una volta il prezzo da pagare sarà troppo alto ed anche gli apparenti vincitori finiranno per essere i vinti, sconfitta da una vita che non potevano non scegliere, nati nella violenza, cresciuti nel ricatto, sognatori di imperi costruiti sull'illegalità.

Il film è riuscito ad ottenere un orso d'oro per la miglior sceneggiatura allo scorso festival di Berlino, riscuotendo un grandissimo successo di critica e pubblico soprattutto all'estero dove il contesto camorristico e il mondo dei bambini della paranza non può che colpire allo stomaco e al cuore di chi guarda, distaccato e impotente all'annientamento della gioventù e di un intero popolo vessato da sempre da se stesso e da uno stato assente che mai compare, se non per fumosi arresti, in questo tipo di opere.


SerialScore: 7,5

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Ho letto il libro di Saviano (mi è piaciuto molto così come Gomorra) e non ho ancora visto film. Nel libro, in realtà, il giovane protagonista non è così romantico e animato da buone intenzioni. Fa parte spietatamente del sistema, certo con qualche buon sentimento qua e là. Farò il confronto. Un romanzo di grande forza sociale e critica. E siamo in Italia...grazie della segnalazione!

Aspetto un tuo confronto allora!grazie della dritta sul libro

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