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in Italylast month (edited)

MISTERI atto secondo, ovvero L'ASSASSINIO CAP. I, in diretta dalle IMPROBABILI MARZOLINISSIME STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO

Il lavoro di Marco tra le pulizie e la cucina avrebbe dovuto rivelarsi tranquillo, benchè faticoso, non fosse che i suoi nuovi colleghi erano quasi tutti italiani, ragion per cui parlavano la sua lingua e si dava il caso fossero dei gran ficcanaso matricolati. Una delle donne delle pulizie poi, una spagnola vicina alla terza età che si dava il caso capisse bene l'italiano sia pure parlandolo poco, superava tutti in fatto di impiccioneria. E non soltanto insisteva per cercare di conoscere vita, morte e miracoli riguardanti Marco Proietti, ma chiedeva a quest'ultimo perfino dettagli riguardanti gli ospiti adulti della struttura. Alle volte perfino degli adolescenti. Secondo i consigli di Igor, Marco sviava la conversazione, cambiava argomento se gli riusciva e alla peggio, scappava via allegando mansioni arretrate.

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Immagine realizzata con Bing (hombre de la limpieza de mediana edad de espalda corriendo de una cotorra acuarela)

Per qualche curiosa quanto ignota ragione, la signora Valeria, così si chiamava la gran cotorra de España*, amava ficcanasare in particolare nei fattacci di un'insegnante di musica e storia della musica, che si trovava a Bonn assieme a un'amica per un corso dal certificato finale abilitante a collaborazioni esterne con la scuola primaria, dato che la sua laurea al DAMS permetteva l'insegnamento di educazione musicale solo alle medie e secondarie. Mentre l'amica si godeva inusuali ferie.
-Se parece a una magrebí albina. ¿Seguro que no es marroquí? Tal vez sea albanesa. Dicen que es del norte de Italia, pero yo no me lo trago. Y la otra, la que a menudo anda con ella, se parece a una mujer latina. Ya en España hay más africanos y rumanos que españoles y en tu país es casi lo mismo, ¿cierto?**- chiedeva a Marco, che da parte sua si allontanava sbuffando.
-Mi spiace, non parlo spagnolo- e correva via, anche se purtroppo Marco capiva bene che si trattava del solito ficcanasare della donna.
Una volta, Igor la sorprese mentre tentava di spiare dalle fessure dell'armadietto dell'insegnante mentre puliva la camera di quest'ultima, pur non potendo aprirlo perchè regolarmente chiuso a chiave.
-¡Usted está rebasando todos los límites! *** - le gridó. La signora Valeria si provò maldestramente a scusarsi, senza peraltro riuscirvi.
-Avvisami tutte le volte che la signora Valeria importuna quell'insegnante- si premurò Igor ad allertare Marco, non appena furono soli. -La madama in questione sta grattando rogne che farebbero bene a restarsene sotto coperta.
Marco promise, ma ogni volta che andava a dormire staccando dal lavoro, non riusciva a non domandarsi in quale pantano si fosse cacciato. Specie poi quando Igor arrivò a chiedergli di seguire da vicino la docente di musica e la sua amica. -Voglio sincerarmi che siano sempre al sicuro. Nessuno deve azzardarsi a spiarle, intesi? Se succede, intervieni e allontanale dal posto con una scusante plausibile.
Marco stava per aprir bocca, ma Igor lo prevenne. -Non ti preoccupare. Le conosco. Specie l'insegnante. E loro conoscono me. Ma in questo posto dobbiamo fingere che non ci siamo mai visti prima d'ora, intesi?
-Igor, in quali guai...
-Tranquillo, Marco, tranquillo! Se farai come ti dico, non succederà niente.
Speriamo, pensò Marco.
Effettivamente, quello stesso pomeriggio, la signora Valeria avvicinò l'insegnante ai pressi di una porta al fondo della struttura che rimaneva sempre chiusa, mentre puliva il lungo corridoio sul quale davano le camere degli ospiti. Era curiosa di sapere che cosa mai ci fosse laddentro, perchè quella porta non si apriva mai.
-Y yo qué sé****- rispose seccamente la docente.
-Professoressa, può venire un attimo con me? Vorrei mostrarle uno spartito che ho visto in una delle sale comuni, sa...- propose Marco secondo quanto indicatogli da Igor. Contenta di liberarsi della signora Valeria, la donna lo seguì volentieri.
-Allora, dov'è lo spartito?
-Mi scusi, non intendevo importunarla. Era un pretesto per allontanarla da quella ficcanaso matricolata...-cominciò Marco, che non sapendo dove andare a parare, reputò miglior partito raccontarle la verità.
-E ha fatto bene- rise la donna. -Valeria è veramente insopportabile. Cretina io che ogni volta che sento parlare in spagnolo non so resistere e lei ne ha approfittato alla stragrande.
-Quindi non è italiana? Ah, no, mi scusi...non sono affari miei...
-Stia tranquillo! Tecnicamente lo sono, ma ho qualche influsso europeo dell'est. Molto probabilmente albanese. E di quegli albanesi che somigliano non poco ai nordafricani, tanto per fare contenta Valeria.
I due scoppiarono a ridere.
-Ma ho lontani parenti in Argentina con i quali ho vissuto per un indimenticabile e spensierato periodo. Avevo inoltre approfittato dei corsi linguistici del DAMS, tra i quali proprio lo spagnolo.

La fermata sbagliata

La sera prima di andare a dormire, Igor non trovò nulla di male a raccontare a Marco come aveva conosciuto quell'insegnante. Dopotutto, il nuovo amico gli aveva già palesato di tutte le sue pene, che Igor comprendeva appieno, essendo per di più rimasto vedovo giovanissimo.
Nica D'Agosta, si chiamava l'insegnante di musica in questione. Oltre trentacinque anni avanti, quand'era ancora una bimba piccolissima, Igor si trovava in un'enorme quanto curiosissima città nei pressi di Roma. Era sceso dall'autobus a una fermata sbagliata, il che per una mente brillante come la sua non doveva essere un problema. Però, giusto in quella giornata, il web aveva deciso di dare forfait in tutto il pianeta, bugando a più non posso. Rovistando tra le tasche del suo zaino per trovare la mappa della città, gli era cascato il telefono che due piccole mani, per una volta più veloci delle sue, avevano afferrato. Subito, una bimba più grandicella era corsa per vederlo e non erano trascorsi che pochi secondi, quando le due piccole avevano preso a contenderselo. Era allora intervenuta la nonna della più piccola delle due, distraendo le bimbe con un telefono giocattolo per ciascuna, colorati di rosa e azzurro.
-Questi sono per bimbi. I telefoni neri sono per i vecchi come me. Mi scusi tanto- disse poi a Igor, restituendogli il cellulare. -Da quando la società ha male abituato perfino i piccolissimi, che senza trastullotti non campano più, bisogna inventarsene di tutti i colori.
Ne era nata una bella amicizia. L'anziana, la signora Giuseppina, sarta e insegnante di taglio e cucito da giovane, era campionessa di simpatia. Erano all'ingresso dei giardini pubblici, davanti alla fermata sbagliata. La signora Giuseppina stava andando a spasso con il figlio Gerardo, la nuora Concetta, la nipotina Nica e con loro c'era pure la famiglia di una sua cugina. Un'altra coppia con una bimba, di alcuni anni più grande di Nica. Le piccine erano cugine terze da parte di padre e cugine seconde da parte di madre. Perchè la signora Concetta era cugina della signora Fiorina, la madre della piccola Natalina, mentre il signor Anselmo, marito di Fiorina, era figlio della cugina di Giuseppina e quindi cugino secondo di Gerardo. La famiglia di Giuseppina che abitava a Como, si trovava allora in visita dai parenti. C'erano stati mesi addietro i funerali dei nonni paterni della piccola Natalina, nonno Alessandro e nonna Gi, deceduti entrambi a causa del covid o quantomeno così era parso, secondo i dati ufficiali. La signora Giuseppina, da sempre affezionatissima alla cugina Gioconda, pardón, la cugina Gi, aveva voluto quantomeno stare vicino ai figli di quest'ultima. Potendo unicamente con il parente Anselmo, data l'alterigia dei suoi fratelli maggiori Armando e Adalberto, che nemmeno consideravano familiari i cugini di primo grado e si vergognavano di Anselmo perchè di mestiere faceva il calzolaio. Igor ricordava quel giorno ai giardini pubblici come fossero trascorse si e no 24 ore. Gli piacevano moltissimo le bambine e si era divertito a farle giocare, rimandando il suo impegno quale che fosse. E gli piaceva immensamente pure la signora Giuseppina, che a dispetto dei suoi ottantotto anni suonati gli ricordava terribilmente la sua defunta moglie Maruska. Che aveva amato alla follia, al punto tale da non essersi risposato mai più, dopo averla persa a causa di un brutto cancro a nemmeno un anno dal matrimonio. Gli era allora parsa predestinazione l'avere incontrato nuovamente la signora Giuseppina con il figlio, la nuora e la nipotina all'aeroporto di Roma Fiumicino alcuni giorni dopo, quando la famiglia stava facendo ritorno in Lombardia. L'anziana gli aveva offerto un caffè. Igor aveva regalato alla piccola Nica un portachiavi con la figurina di una matrioska. E aveva scambiato il numero di telefono con nonna Giuseppina, quest'ultima palesemente ignorando le occhiatacce di sua nuora, dal carattere infernale tanto quanto sua cugina Fiorina, come la signora Concetta aveva in particolare uggia i russi, oltre a svariate altre nazionalità da lei ritenute oltremodo incivili.
Marco ebbe modo di constatare quanto il mondo fosse davvero piccolo. E così la professoressa Nica D'Agosta era parente di Natalina Granata, moglie dell'ingegner Manfredi Palladini, quindi la zia politica della sua amata Valentina Valverde...
-Che coincidenza- disse l'amico.
Igor e Marco, in ogni caso, avevano trascorso davvero una bella serata, tra memorie, confidenze e incoraggiamenti a causa delle vicissitudini della vita che non avevano risparmiato alcuno dei due. Marco s'era per un attimo scordato delle inquietudini che quel posto gli causava. L'idea poi del suo nuovo amico innamorato di una vedova che trentacinque anni avanti aveva già la bellezza di ottantotto anni lo faceva sorridere. Ma l'indomani avrebbe portato macabre sorprese. Andando a ripigliarsi il suo carrello delle pulizie, dovendo passare davanti alla porta delle cucine, ascoltò un atroce gnaulio che sembrava giungere dall'oltretomba. Nel contempo, un rivolo rosso usciva dalla porta chiusa. Marco aprì la porta delle cucine più per istinto abitudinario che per vera e propria volontà di aprirla e restò di sasso, anzi di ghiaccio. Davanti a lui, riverso sul pavimento, se ne stava il cadavere di Valeria, sgozzata e con occhi e bocca spalancati, mentre un gatto grigio, sopra una mensola, miagolava peggio che in una notte di luna.

Traduzioni dallo spagnolo:

*La gran chiacchierona di Spagna (cotorra è un tipo di pappagallo chiacchierone e utilizzato come metafora in Spagna e Argentina per i ficcanaso come la signora Valeria ed è il motivo per il quale l'ho scelto di proposito per l'immagine)

**Sembra una magrebina albina. Sicuro che non è marocchina? Forse è albanese. Dicono che è del nord Italia, ma io non me la bevo. E l'altra, che gira spesso con lei, sembra una donna latina. Oramai in Spagna ci sono più africani e rumeni che spagnoli e nel tuo paese è quasi lo stesso, vero?

***Lei sta oltrepassando ogni limite!

****E io che ne so

Disclaimer: immagine creata con bing.com (intelligenza artificiale) per seguire le regole del concorso Digitaly crea un'immagine (attraverso l'uso della IA). Quanto al testo, invece, è farina del mio sacco.

https://www.bing.com/images/create

Disclaimer in English: image created with bing.com (artificial intelligence) to follow the rules of the Digitaly competition create an image (through the use of AI). The text, on the other hand, is all my own work.

https://www.bing.com/images/create

Disclaimer en español: imagen realizada con bing.com (inteligencia artificial) para seguir las reglas del concurso Digitaly crear una imagen (mediante el uso de IA). En cambio, el texto es toda cosecha mía.

Ps.: la figura della signora Giuseppina è parzialmente ispirata e dedicata a mia madre, che si chiamava proprio Giuseppina e da giovane aveva esercitato l'arte di insegnare taglio e cucito, preparando nuove sarte, dopo aver preso il diploma a prezzo di lacrime e sangue. Se la trama in conformità con le prossime immagini me lo consentirà, farò tornare il personaggio di nonna Giuseppina

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🤖 @pousinha - inspiring post as always! 🌟 🌈

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Hey friend! 🎉 Come check out your awesome post on my shiny new front-end! It's still a work in progress but I'd love to hear what you think! View your post here

Oh... a murder mystery? Quite the turn of events... I hope it’s not Igor, though I have a feeling.

😂😂😂😂...basically, I'm a police novel writer. I couldn't resist: I'd like to be Agatha Christie...😂😂😂😂