"Miracolo" a Verona: 40 anni dallo scudetto più pazzo di sempre (Parte V) - A 'Miracle' in Verona: 40 Years Since the Craziest Scudetto Ever (Part V) [MULTILANGUAGE]
L'allenatore del Verona, Osvaldo Bagnoli, portato in trionfo dopo la vittoria dello scudetto 1984/85. Immagine di pubblico dominio

FINALMENTE FESTA |
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PARTI PRECEDENTI:
In un campionato che assegna due punti per la vittoria, trovarsi in testa alla classifica con cinque lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici, a sole sette giornate dalla fine, convincerebbe anche i più scaramantici ad abbandonarsi al sapore della vittoria, non più così impalpabile come all'inizio.
Del resto, anche sulla stampa i tioli cominciano a cambiare e ora far finta di non accorgersi dell'esistenza di questo Verona è una strategia che non paga più. In una straordinaria similitudine con quanto accadrà 31 anni dopo a Leicester, con la squadra locale guidata da Claudio Ranieri capace di sorprendere il mondo e di aggiudicarsi la Premier League, tutte le avversarie della formazione veneta continuano ad attraversare periodi di alti e bassi.
L'Inter, che non vince da due mesi, perde malamente ad Udine e anche il Torino, dal canto suo, subisce la vendetta dei "cugini" della Juventus, venendo sconfitto nel derby "casalingo". E così, a Genova, la sfida tra scaligeri e Sampdoria dura una decina di minuti, quando prima Galderisi poi Renica fissano il risultato sul definitivo 1-1.
Giuseppe "Nanu" Galderisi, immagine di pubblico dominio
La prestazione non è esaltante, ma basta al Verona per mettere un altro punto tra sé e le disastrate inseguitrici e per festeggiare una Pasqua quasi da campioni d'Italia. La Festività più importante delle Cristianità cade quell'anno il 7 aprile e, a differenza di quanto si vede oggi, giocare è fuori discussione. I calciatori tornano dalle famiglie e gli italiani rimandano alla settimana successiva l'attenzione al campionato.
Anche perché il 14 aprile al Bentegodi è in programma quello che potrebbe essere il match point definitivo del campionato, dato che ai gialloblù farà visita il Torino. Forse troppo rilassato per il grande vantaggio accumulato in classifica, il Verona dura solo mezz'ora e i granata conquistano, giocando alla grande, una meritatissima vittoria per 2-1.
Nella città di Romeo e Giulietta i festeggiamenti sono iniziati troppo presto? La settimana successiva i ragazzi di Bagnoli resistono in casa del Milan (0-0) mentre i piemontesi, galvanizzati anche dalla vittoria ottenuta nello stadio della rivale per lo scudetto, liquidano facilmente l'Avellino al Comunale, portando così il distacco in classifica nuovamente a tre punti.
Mancano quattro giornate alla fine e tutto sembra essere tornato clamorosamente in discussione. Il Verona deve tornare a correre in fretta se non vuole vedersi raggiungere dai rivali, apparsi dalla ripresa dopo Pasqua in un momento di forma opposto. Oltre al Torino infatti, a quota 34 punti, tre in meno dei veneti, c'è anche la sorprendente Sampdoria allenata da Eugenio Bersellini, destinata da lì a qualche settimana a vincere la Coppa Italia, primo trofeo della storia blucerchiata. Gli scherzi del calendario assegnano alle contendenti tre impegni contro squadre in lotta per non retrocedere: per i granata la sfida è in casa del Como, i liguri scendono ad Avellino, mentre il Verona è chiamato a superare la Lazio al Bentegodi. Ma spesso il calcio è strano ed imprevedibile, nonché bellissimo proprio per questo e alle radioline dei tifosi veronesi arrivano notizie confortanti: la Samp, in vantaggio in Irpinia fino all'ottantesimo, subisce due clamorosi goal negli ultimi dieci minuti, mentre il Torino, per quanto ci stia provando non riesce a sfondare. Lo zero a zero che sta maturando a Verona manterrebbe così tutto invariato nei confronti dei granata, ma a dieci dalla fine, proprio mentre arriva la notizia del goal di Diaz ad Avellino, Fanna trova il guizzo vincente che permette ai quarantamila dello stadio veronese di scoppiare in un esultanza liberatoria. Ora a Bagnoli e i suoi basta conquistare tre punti su sei nelle ultime tre giornate per festeggiare il titolo ed il primo arriva la settimana successiva, nel pareggio a reti bianche con il Como. Il Torino, che forse ha smesso di crederci sette giorni prima, non fa meglio in casa con l'Atalanta e il 12 maggio, pareggiando 1-1 in casa proprio del club bergamasco, il Verona ottiene la matematica certezza dello scudetto. Un campionato folle, vinto per la prima volta dal dopoguerra da una squadra di una città non capoluogo di regione. Il Verona riuscì ad inserirsi alla perfezione nel vuoto lasciato dalle grandi squadre (Inter terza, Milan quinto e Juventus sesta) e, pur senza veri campioni, a far valere la propria regolarità. L'anno successivo, ancora una volta in parallelo con quanto accadrà a Leicester circa trent'anni dopo, i gialloblù termineranno il campionato nelle retrovie, in decima posizione, venendo eliminati in Coppa dei Campioni al secondo turno dalla Juventus e nei quarti di finale di Coppa Italia dal Como. Ma quel 1985, a distanza di quarant'anni, rimarrà per sempre nella memoria dei veronesi come un anno magico, nel quale ciò che tutti ritenevano impossibile si è "miracolosamente" avverato. together with:
La Curva Maratona dello stadio Comunale di Torino, cuore durante gli anni '80 del tifo granata. Immagine di pubblico dominio
Pierino Fanna, immagine di pubblico dominio
I giocatori del Verona festeggiano la vittoria dello scudetto. Immagine di pubblico dominioAlla prossima!
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