Anche Fedez, nel suo piccolo, si arrabbia - Even Fedez, in his own small way, gets angry

in Italy16 days ago (edited)

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Fedez, presidente dei Boomers. Davide Di Ninno, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

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TUTTI VOGLIONO VINCERE

La Kings League in versione italiana è partita lo scorso febbraio con il primo campionato della storia, subito dopo la conclusione del Mondiale che aveva portato, anche nel nostro Paese, il nuovo format di calcio a sette inventato da Gerard Piqué, capace di spopolare in Spagna.

All'inizio le partite venivano considerate quasi come un gioco (specialmente da parte delle wild card, ovvero quei calciatori già impegnati in attività con società dilettantistiche), una sorta di appendice settimanale alla quale votarsi per intrattenere il pubblico dei più giovani mentre si guadagna qualche spicciolo (si parla di un gettone di presenza di 100 euro a partita, incrementabile grazie a goal, assist o premi ricevuti).

Insomma, poco più del "calcetto del giovedì", nel quale tuttavia non sei tu a dover pagare il campo, ma anzi vieni ricompensato per il disturbo. Poche le scene simili a quelle viste abitualmente sui campi di calcio professionistici, come le proteste nei confronti degli arbitri; pochissimi i litigi in campo tra i giocatori, soliti anzi frequentarsi dal vivo o in rete con interminabili dirette scherzose il giorno dopo le partite.

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Braveheart, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Nelle intenzioni degli organizzatori, la Kings League doveva essere una sorta di isola felice del calcio, nella quale allevare intere generazioni future, tra partite emozionanti, imprevisti, ritmo frenetico, risultati in bilico fino al triplice fischio nel 90% dei casi, ma soprattutto trasparenza, divertimento e rispetto per gli avversari.

Non so quanti di questi obiettivi si possano definire raggiunti in Spagna, Paese in cui il movimento è nato, o nelle altre leghe sparse in giro per il mondo (Francia, Germania, Brasile e Americhe), ma forse Piqué e soci non avevano fatto adeguatamente i conti con la tradizione calcistica italiana e con la passione con la quale, chi possiede DNA azzurro nelle vene, è solito affrontare le vicende che riguardano il pallone.

Il clima di festa, al di là di qualche eccezione, è durato praticamente per tutta la stagione regolare e, se vogliamo, anche per il play-in. Ma quando le partite si sono fatte intense e hanno assunto i connotati del "dentro o fuori", a nessuno è più andato bene di perdere.

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Nemmeno ad uno come Fedez, la cui parabola in questa manifestazione è risultata tanto strana quanto evidente. Il rapper milanese ha infatti approcciato il torneo con evidente disinteresse, lasciando intendere di essere stato contattato per la sua popolarità (probabilmente dietro lauto compenso), ma di trovarsi quanto mai agli antipodi con il mondo del calcio.

Durante le prime partite, il presidente dei Boomers è spesso arrivato in ritardo, mostrandosi davanti alle telecamere con la stessa faccia annoiata di chi segue il fidanzato (o la fidanzata) allo stadio controvoglia. Per di più i "suoi" calciatori, inizialmente in grande difficoltà, venivano presi regolarmente di mira proprio da Fedez e dai compagni di postazione, con siparietti canzonatori al limite del cattivo gusto.

Tuttavia, lentamente, qualcosa è cambiato. I Boomers hanno introdotto in rosa alcuni ottimi elementi, come l'attaccante Simone Lo Faso (oggi in Serie D ma dal passato in squadre come Fiorentina, Palermo e Lecce) iniziando una traiettoria vincente capace di spedirli fino a conquistare la sesta posizione, l'ultima valevole per la zona play-off.

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Il Campobasso, squadra vincitrice dello scudetto Serie D nel 2024. GiacoReal, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Fedez, dopo aver probabilmente conosciuto meglio i calciatori e lo staff ed aver legato con loro, è apparso sempre più coinvolto. Le sue esultanze ai goal e alle vittorie della squadra, prima quasi forzate e al limite del disinteresse, si sono evolute in genuine e a tratti persino sopra le righe.

I Boomers si sono così trasformati per il rapper da noioso impiccio del lunedì in una sorta di passione inaspettata, tanto da voler curare in prima persona anche la chiamata di alcuni calciatori. Si dice che sia stato proprio Fedez a telefonare all'ex capitano della Juventus e della nazionale, Leonardo Bonucci, per convincerlo ad unirsi alla squadra in occasione della partita di playoff,
giocata ieri contro gli Stallions.

Cosa che tuttavia non è andata affatto giù a Gianmarco Tocco, in arte (?) Blur, streamer piuttosto noto tra i giovani nonché presidente proprio degli Stallions. Approfittando della sua popolarità sul web, Blur ha così effettuato una sorta di "chiamata alle armi" per i suoi followers, invitati a presentarsi in massa alla Fonzies Arena per sostenere la squadra durante la partita.

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A sinistra, Leonardo Bonucci. ТОВ "Динамоманія", CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Il piccolo impianto milanese, di solito tranquillo e popolato da famiglie, si è così trasformato per una serata in una sorta di Bombonera in miniatura, con tanto di trombette, striscioni, megafoni, tamburi e cori da stadio, spesso anche offensivi, specialmente in direzione proprio di Bonucci.

Un qualcosa che da una parte ha caricato la partita di spettacolarità e tensione, ma che dall'altra ha riportato a situazioni poco edificanti tipiche del calcio professionistico, delle quali sinceramente il pubblico della Kings League non sentiva la mancanza.

L'arbitro, probabilmente condizionato dal gran frastuono dell'armata di Blur, ha sbagliato praticamente tutte le decisioni, fischiando a senso unico a favore degli Stallions. Clamoroso il goal su rigore annullato ai Boomers, in regime di Goal doppio, per un fantomatico doppio tocco di Lo Faso, non dimostrato in maniera inequivocabile da nessun replay.

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WPhoto2021, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

L'atteggiamento di Blur, in postazione commento, ha poi ulteriormente caricato di tensione il match. Offese e insulti anche gravi in direzione dei calciatori e dello staff avversario hanno contribuito a far scoccare la scintilla e a scatenare una mega rissa in campo.

Fedez e Blur sono arrivati quasi a contatto, così come, calciatori, dirigenti e altri membri delle due squadre. Ci sono voluti un paio di minuti per ristabilire la calma, ma la scena caratterizzerà inevitabilmente questa prima stagione della Kings League, in salsa tricolore.

Per la cronaca, la partita è stata comunque vinta dai Boomers, che oggi affronteranno in semifinale gli Zeta di Cristian Brocchi e che tra un mese voleranno in Francia, insieme alle altre semifinaliste, per difendere i colori del campionato italiano nel mondiale per club.

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Dovrei cominciare a seguirlo se ci sono risse 🤣

E' stata la prima dell'anno, ma in campo c'erano almeno una trentina di persone. Non ho ancora visto le semifinali, può darsi che la scena si sia ripetuta, quando si gioca per i trofei nessuno ci sta più a perdere 😄