L'isola delle rose 🇮🇹🇬🇧
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Nei giorni scorsi mi sono imbattuto, in modo del tutto casuale in un film che racconta una storia pazzesca.
L'isola delle rose.
Ottimi attori; Elio Germano, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Matilda De Angelis.
E' la storia del folle (folle?) sogni di liberta' di Giorgio Rosa un ingegnere bolognese che decide di costruire una piattaforma sul mare, di fronte a Rimini, in acque internazionali, 500 metri al di fuori delle 6 miglia che corrispondevano a quelle italiane.
Il progetto parte un decennio prima, fra errori e fatiche riesce a realizzare la piattaforma....che il 1 Maggio 1968...dichiara Repubblica Indipendente nominandosi Presidente.
La piattaforma grande 400 mq avra' 3 abitanti fissi, una Presidenza del Consiglio, 5 dipartimenti (Presidenza, Finanze, Affari Interni, Industria, Commercio).
La bandiera sara' arancione con 3 rose rosse su uno scudo sannitico bianco.
La moneta, mai realizzata, doveva essere il Mills con cambio con la lira 1 a 1.
Francobolli da 30 mills, ne sono state emesse 5 serie.
Inno Ufficiale; un aria dall'Olandese Volante di Wagner.
Lingua: Esperanto
Ovviamente la cosa produsse enorme pubblicita' fra i riminesi prima e in Italia (e non solo) dopo, tanto che sulla piattaforma si apri' anche un ristorante e un negozio.
Nacque un dibattito fra chi lo vedeva come un anelito di liberta' ed i soliti complottisti che pensavano fosse una base su cui attraccavano i sommergibili russi o le navi titine, in fondo dall'altra parte del mare c'era la Jugoslavia.
La cosa arrivo' ai piani alti della politica, il capo del Governo Leone, che poi sarebbe diventato presidente della Repubblica, alla guida di un governo poi denominato "balneare" in quanto duro' un estate, incarico' il suo ministro degli interni Restivo (nei cortei urlavamo; Restivooooo nato dall'esplosione di un preservativo...) di risolvere il problema.
Altri temevano che diventasse una sorta di Las Vegas, un luogo di perdizione visto che ogni giorno arrivava gente dalla costa a ballare e a spassarsela.
Intervenne persino il Vaticano, ma anche Comunisti e Missini spinsero per una soluzione rapida della questione che intanto stava facendo il giro del mondo.
Centinaia di ragazzi scrissero lettere di rinuncia della cittadinanza italiana a favore dello stato dell'Isola delle rose.
Il Presidente ed ideatore Giorgio Rosa scrisse persino all'Onu ed al Consiglio d'Europa per chiedere il riconoscimento del suo stato ma non ottenne risposta.
Dell'isola delle rose parlavano tutti i giornali, divenne un'attrazione turistica.
Lo stato italiano (lo giuro...e' tutto vero...) prese la dichiarazione di indipendenza come un affronto personale mentre i tedeschi ebbero a cuore l'impresa prendendo le parti dell'ingegnere.
Vennero fatte interpellanze parlamentari al ministro dell'interno per sapere quale fosse l'atteggiamento italiano nei confronti della piattaforma.
Il 7 agosto il tribunale di Bologna decide per la distruzione della stessa.
Il 25 giugno l'isola, che ricordo essere in acque internazionali, viene occupata militarmente dalle truppe italiane e dopo mesi di battaglie legali viene fatta esplodere il 13 febbraio 1969 con l'utilizzo di 2 tonnellate di esplosivo.
Finisce il sogno di un visionario che si oppose alle regole della "democrazia" intenzionato a creare un angolo di liberta' in mezzo al mare.
Sara' stato un caso ma dopo l'episodio l'Onu decise di allargare le acque territoriali degli stati da 6 a 12 miglia.
Il film in questione si prende molte liberta' e non e' fedelissimo alla storia reale ma il concetto che passa e' che nella societa' in cui viviamo neanche in luoghi che, teoricamente, non dovrebbero appartenere a nessuno stato c'e' la possibilita' di ritagliarsi uno spazio proprio al di fuori degli schemi che regolano il nostro vivere quotidiano.
Sono passati quasi 60 anni ma mi pare che nulla sia cambiato in meglio.
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THE ISLAND OF ROSES
In the past few days I came across, completely by chance, a film that tells a crazy story.
The Island of Roses.
Excellent actors; Elio Germano, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Matilda De Angelis.
It is the story of the crazy (crazy?) dreams of freedom of Giorgio Rosa, an engineer from Bologna who decides to build a platform on the sea, in front of Rimini, in international waters, 500 meters outside the 6 miles that corresponded to the Italian ones.
The project starts a decade earlier, between errors and hard work he manages to build the platform....which on May 1, 1968...declares an Independent Republic appointing himself President.
The 400 square meter platform will have 3 permanent inhabitants, a Presidency of the Council, 5 departments (Presidency, Finance, Internal Affairs, Industry, Commerce).
The flag will be orange with 3 red roses on a white Samnite shield.
The coin, never made, was supposed to be the Mills with a 1 to 1 exchange rate with the lira.
30 mills stamps, 5 series were issued.
Official Anthem; an aria from Wagner's Flying Dutchman.
Language: Esperanto
Obviously, this produced enormous publicity among the people of Rimini first and in Italy (and not only) afterwards, so much so that a restaurant and a shop also opened on the platform.
A debate arose between those who saw it as a yearning for freedom and the usual conspiracy theorists who thought it was a base where Russian submarines or Tito's ships docked, after all, on the other side of the sea there was Yugoslavia.
The matter reached the highest levels of politics, the head of the Leone Government, who would later become President of the Republic, at the head of a government later called "beach" because it lasted one summer, charged his Minister of the Interior Restivo (in the demonstrations we shouted; Restivooooo born from the explosion of a condom...) to solve the problem.
Others feared that it would become a sort of Las Vegas, a place of perdition since every day people arrived from the coast to dance and have fun.
Even the Vatican intervened, but also Communists and Missini pushed for a rapid solution to the issue that in the meantime was going around the world.
Hundreds of young people wrote letters renouncing their Italian citizenship in favor of the status of the Island of Roses.
The President and creator Giorgio Rosa even wrote to the UN and the Council of Europe to ask for recognition of his status but received no response.
All the newspapers talked about the Island of Roses, it became a tourist attraction.
The Italian state (I swear...it's all true...) took the declaration of independence as a personal affront while the Germans took the company to heart and sided with the engineer.
Parliamentary questions were made to the Minister of the Interior to find out what the Italian attitude was towards the platform.
On August 7, the Bologna court decided to destroy it.
On June 25, the island, which I remember was in international waters, was militarily occupied by Italian troops and after months of legal battles it was blown up on February 13, 1969 using 2 tons of explosives.
The dream of a visionary who opposed the rules of "democracy" intending to create a corner of freedom in the middle of the sea ends.
It may have been a coincidence but after the episode the UN decided to widen the territorial waters of the states from 6 to 12 miles.
The film in question takes many liberties and is not very faithful to the real story but the concept that comes across is that in the society in which we live, not even in places that, theoretically, should not belong to any state is there the possibility of carving out a space for ourselves outside the patterns that regulate our daily lives.
Almost 60 years have passed but it seems to me that nothing has changed for the better.
Un vero scandalo, di uno stato vigliacco e scarso come una merda secca, capace di attaccare un isolotto sperduto in mezzo al mare, con la scusante che poteva rappresentare una minaccia per quella stessa merda di stato, il tutto volutamente minuscolo perché non rispetto assolutamente quella decisione del cazzo di far brillare quell'isola, dietro a quella sorta di liberazione da quel bordello, da quello schifo al largo di Rimini c'era di tutto, bigotti, falsi, vecchie baldracche cornute e tanto altro ancora, resta il fatto che questo stesso stato è solo capace di fare il forte con i deboli e il cagasotto con i forti...
È stata l'unica invasione italiana di uno "stato" dal 45' in poi...
A Rimini furono affissi dei manifesti a lutto, in cui si diceva:[20]
«Nel momento della distruzione di Isola delle Rose, gli Operatori Economici della Costa Romagnola si associano allo sdegno dei marittimi, degli albergatori e dei lavoratori tutti della Riviera Adriatica condannando l'atto di quanti, incapaci di valide soluzioni dei problemi di fondo, hanno cercato di distrarre l'attenzione del Popolo Italiano con la rovina di una solida utile ed indovinata opera turistica. Gli abitanti della Costa Romagnola.»
Avessero ammazzato un familiare». Mai pensato, però, di ricorrere a una difesa armata. «Ma no! Avevo contro uno Stato!» diceva. Uno Stato vero.
Nel film si ripercorre i tentativi di resistere, il ricorso all’Europa, ma anche i tentativi sotterranei di far desistere Rosa e i suoi con offerte di concessioni e altre azioni poco nobili. Un lato oscuro di una grande e bella storia, forse troppo grande per un solo uomo. Che all’inizio, era stata soprattutto un’idea commerciale. «Stava partendo la stagione del turismo. Poteva funzionare. E magari ne avremmo costruite altre» raccontava Rosa. Poi, però, agli ennesimi bastoni nelle ruote, alla burocrazia «che non ti faceva fare nulla, che ti chiedeva documenti, atti, bolli; che ti frenava», prende forma il moto di ribellione, la voglia di libertà. Ah sì? Allora io mi faccio uno Stato da me! la reazione dell’ingegnere.
Uno Stato indipendente e sovrano, un’utopia amara, un «peccato d’ingenuità» come diceva lui. Che poi, come libero professionista, in fondo se l’era cavata. Diceva che costruire l’isola era costato circa 30 milioni di lire e che lui, come libero professionista, se l’era ben rifatti nel corso della vita, perché quel sogno gli aveva portato clienti. Forse è stata parte della sua rivincita. La restante è che dell’Isola delle Rose, anche se lui non c’è più, se ne continua a parlare. L’idea vive.