Con la netta vittoria per quattro a zero, ottenuta ieri sera all'Allianz Stadium di Torino contro la rivelazione Frosinone, la Juventus si è aggiunta alle altre tre squadre in grado di qualificarsi, in questi tre giorni di partite, alle semifinali di Coppa Italia, unico turno della competizione che si disputerà su gare di andata e ritorno.

I bianconeri hanno confermato di attraversare un apprezzabile momento di forma e, nonostante il buon primo tempo dei ciociari, sono riusciti a liquidare la pratica già nei quarantacinque minuti iniziali, conclusi con un doppio vantaggio siglato per intero dal polacco Arek Milik.

Ma la grande novità è che gli uomini di Allegri sono tornati in campo con la testa giusta anche nella ripresa, continuando a spingere sull'acceleratore e trovando altre due reti, ancora con Milik dopo appena tre minuti, in seguito ad un pasticcio difensivo ospite, e con il gioiellino Yildiz, autore di un tap-in volante che ha strappato applausi convinti ai quasi quarantamila presenti dell'impianto torinese.

Senza appuntamenti europei in stagione, i bianconeri hanno preso molto seriamente l'impegno in Coppa Italia, come dimostrano i dieci goal segnati tra ottavi e quarti di finale alle malcapitate Salernitana e Frosinone e, se le restanti partite si disputassero a stretto giro di posta, non esiterei a definirli come chiari favoriti per la vittoria finale.

Tuttavia, del secondo trofeo italiano per importanza se ne riparlerà soltanto ad aprile e gli stati di forma dei calciatori e delle squadre in generale potrebbero risultare molto diversi. Sul cammino verso la finale della Signora si frapporrà la Lazio dell'ex allenatore bianconero Maurizio Sarri (l'ultimo ad aver conquistato lo scudetto a Torino), capace di eliminare nei quarti di finale i cugini della Roma in un infuocatissimo derby.

Ai biancocelesti è bastato un goal su calcio di rigore, trasformato da Zaccagni per fallo pizzicato dal VAR del neo arrivato Huijsen (difensore promettente, ma se fosse stato "Baresi" avrebbe giocato di più già alla Juventus) ai danni di Castellanos, all'interno di una partita come sempre molto tirata e nervosa, non a caso terminata in rissa e con tre espulsi nel finale.

Immancabili, come dopo ogni risultato fallimentare, le ridicole polemiche di José Mourinho, che questa volta hanno provato a spostare l'attenzione sulla direzione di gara dell'arbitro Orsato (di gran lunga il miglior fischietto italiano), accusato di tutelare con il suo metro di giudizio le "squadre che passano in vantaggio".

_{L'allenatore della Roma, José Mourinho. joshjdss, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Nel caso ve lo stiate chiedendo, purtroppo non è uno scherzo, lo ha detto davvero, così come con il massimo della serietà ha puntato un'altra volta il dito sul VAR, reo di correggere decisioni già viste e valutate dall'arbitro in campo. E in questo caso mi troverebbe anche d'accordo, peccato tuttavia che il buon José non tenga mai il medesimo profilo quando le decisioni vanno a favore dei suoi, come nell'occasione del rigore piuttosto leggero che agli ottavi di finale ha permesso alla Roma di eliminare la Cremonese.

Attenzione alla Lazio, che dopo aver cambiato parecchio l'assetto della rosa in estate si sta lentamente ritrovando. Le squadre di Sarri sono solite terminare la stagione in crescendo ed è probabile che per aprile le due semifinali con la Juventus si riveleranno molto più equilibrate di quanto suggerirebbero i sedici punti che dividono le due rivali nell'attuale classifica di Serie A.

Dall'altra parte del tabellone, delusione ancora una volta per il Milan, che pur potendo contare su un quarto di finale casalingo non è riuscito a superare il tabu Coppa Italia (i rossoneri non vincono il trofeo da 21 anni) ed è stato eliminato a San Siro dall'Atalanta (1-2), in un'altra gara segnata dalle polemiche arbitrali.

Buono il primo tempo dei rossoneri, che tuttavia si sono sciolti come neve al sole proprio nel momento in cui, grazie al goal di Leao al quarantacinquesimo minuto, la gara sembrava indirizzata in maniera favorevole. L'immediato pareggio di Koopmeiners (centrocampista polivalente decisamente sopra la media) ha ribaltato l'inerzia della partita e nel primo quarto d'ora della ripresa i bergamaschi sono riusciti a mettere alle corde gli avversari, trovando il goal su un contestato calcio di rigore concesso per un'entrata fallosa di Jimenez su Miranchuk e realizzato ancora da Koopmeiners.

A poco è servito l'assalto rossonero finale, alla ricerca del pareggio che avrebbe portato la gara ai supplementari: a salvare l'Atalanta ci hanno pensato le parate di Carnesecchi e le decisioni dell'arbitro Di Bello, che non ha ritenuto corretto fischiare un calcio di rigore sul finale di partita nonostante la deviazione col braccio di Holm sul colpo di testa di Jovic. Una decisione contraria, a mio avviso, non sarebbe stata scandalosa.

Ma nel calcio a volte capita di partecipare a competizioni europee senza essersi qualificati sul campo e altre di venire eliminati senza meritarlo, e al Milan sembrano ormai esperti di entrambe. In semifinale la squadra di Gasperini troverà la Fiorentina, che dopo aver superato il Parma ai calci di rigore agli ottavi di finale, ha concesso il bis con il Bologna nel turno successivo, giocato lo scorso martedì.

Anche in questa seconda partita della manifestazione disputata al Franchi, la viola è riuscita ad andare avanti per il rotto della cuffia, meritandolo infinitamente meno dell'avversario. Certe strizzate d'occhio della buona sorte, solitamente, si pagano nelle partite decisive, ma naturalmente alla Fiorentina e al suo patron, Rocco Commisso, un po' come fatto l'anno scorso nell'ultimo atto della Conference League, ci tengo ad augurare sempre la migliore delle fortune.

Statemi bene, alla prossima!

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